La guida alpina
Qui si tratta naturalmente dell'attività di guida alpina di Pietro Samassa vista dall'"interno", ossia nell'ambito della sua attività lavorativa globale. Una fonte di reddito come altre, insomma.
In estrema sintesi, come sopra: 10-15 giorni l'anno, come egli stesso si premura di farci sapere con una ben ordinata tabellina dove sono elencati clienti e relativi proventi per l'anno 1897 e 1898, probabilmente fra i più redditizi per la guida collinotta.

il 29 Agosto 100.20 29 da Ferucci Arturo 13 30 da Giuseppe Urbanis31 25 17 [settembre?] da Baldermann Gus 15 ricevo in tutto 153.20 più £ 3 Cozzi Trieste32 17 Bolaffio " 25 Scolz Berlin 11 Wagung Wien 11 Ugo Karischg Viena 13 di Wienna 77 Li due dalla forca Monumenz 1.50 5.50 Slocovich Trieste 12 ricerca di sassi 2 dal Notaio 1.10 dal Wienese 1.10 100.20 Ricevo Cento dal 6 Luglio fin al 20 Agosto 1897. Pietro Samassa
Non tutto è chiaro intorno alle due tabelle: la prima si riferisce evidentemente al 1897 (con Urbanis sulla nord del Cogliàns), e la seconda al 1898 (con Bolaffio, Cozzi e compagnia di Vienna sul Seekopf). A complicare le cose è la data in calce alla seconda tabella (20 Agosto 1897) il cui totale (100.20) è riportato come prima riga della prima tabella33. Si tratta quasi certamente di una modifica a posteriori, che tuttavia non muta la sostanza delle cose: quel che già è chiaro, e con maggiore evidenza si vedrà più avanti, è che si tratta comunque di guadagni decisamente esorbitanti se rapportati al salario giornaliero di un operaio quale Samassa è nella vita di tutti i giorni. A eccezione della ricerca di "sassi", che rende come un giorno da artigiano o da operaio specializzato, la differenza con un salario "normale" è di un ordine di grandezza e oltre: con una giornata da guida Samassa guadagna da 10 volte (e più) il suo normale salario giornaliero. È un punto di grande importanza su cui ritorneremo quando tratteremo più ampiamente della guida Pietro Samassa e dell'alpinismo del suo tempo.
Attività molto redditizia, quella di guida, ma le tabelle sono anche esplicative di quanti giorni in un anno potessero essere così proficui. Di sola montagna non campa(va)no neppure le grandi guide, ma esse almeno facevano stagione piena e, spesso "accaparrate" con un anno di anticipo, avevano persino di che scegliere: al contrario, per Samassa anche d'estate corda e piccozza erano null'altro che una parentesi fra falce, accetta e cazzuola. Siamo nella media dei giorni di contrabbando o di caccia, e forse ancor meno di quelli: 10-15 giorni l'anno. Ancora una volta, se con "professione" intendiamo l'attività da cui un soggetto trae la maggior parte del proprio reddito, Pietro Samassa non è guida alpina di professione.
In sintesi, con caccia, contrabbando e alpinismo Samassa non si guadagna il pane. O quanto meno non quello quotidiano.