L'Operaio Italiano - anno VII (1904)

 

OpIt190416

 

05.03.1904 - numero 4

Mascalzoni e …. ciuchi!

«[…] Poche settimane fa i muratori di Rathenow presentarono ai loro padroni ed imprenditori un memoriale in cui domandavano alcuni miglioramenti nelle condizioni di lavoro.
Gl'imprenditori seguendo un vezzo diventato così comune fra di loro non si contentarono di rifiutare ogni trattativa ma aggiunsero: Chiameremo gli italiani! come si direbbe: Chiameremo il Baubau!
Naturalmente gli operai non si lasciarono intimorire […]

Probabilmente pensavano che a questi geli gl'italiani non si sarebbero ancora mossi dai loro focolari. Ma con grande disappunto la sera del 22 di Febbraio ne videro arrivare non 30 – come dicevano gl'imprenditori – ma dodici.

Ma che gente erano? Da una lettera privata del fiduciario dell'Unione muraria traduciano: "Ho avuto occasione di osservare questi campioni dell'arte italiana: non sono buoni ad altro che alzare un po' di muro e menar la carriola. Per le facciate esterne non sono adoprabili. Al palazzo di giustizia avevano licenziati quasi tutti i nostri per fare loro posto, e due giorni dopo gl'imprenditori li hanno richiamati tutti e certamente non per pressione della direzione. L'imprenditore P., il più accanito di tutti, ha dichiarato di averne il naso pieno di questi dodici e di non desiderarne degli altri."
[…]

Nel prossimo numero pubblicheremo i nomi di questo dodici… apostoli dell'incapacità crumiresca, veri pidocchi dell'organizzazione proletaria, e disonore del loro paese.»

 

19.03.1904 - numero 5

I primi!

Elenco dei dodici crumiri di Rathenow.

«[…] Oggi siamo in grado di pubblicare i nomi di questi 12 campioni del crumirismo friulano che tanto contribuiscono a tenere alto il buon nome degli emigranti italiani e ad acquistargli delle simpatie fra gli operai col tradimento e fra gl'imprenditori coll'asinaggine!

Essi sono:

Saracolli Federigo di Ragogna (52 anni)
Leonarduzzi Angiolo  "     " (58    "  )
Bortoluzzi Egidio  "     " (36    "  )
Leonarduzzi Leopoldo           "     " (28    "  )
Leonarduzzi Giunto  "     " (20    "  )
Molinari Daniele  "     " (32    "  )
Daffare Querino  "     " (18    "  )
Daffare Giuseppe  "     " (24    "  )
Marason Umberto  "     " (23    "  )
10° Bortoluzzi Francesco  "     " (33    "  )
11° Struzzo Adolfo  "     " (18    "  )
12° Gregori Felice di S. Daniele     (27    "  )

Il duce di questa bandaccia di scoronconcoli è il sedicente Maurerpolier Saracolli Federigo di Ragogna che fa bella mostra di sé al N° 1 e che, se la memoria ci serve a dovere, abbiamo già incontrato in altri tempi a Halle s. S.

Pare però che gli imprenditori di Rathenow non siano contenti dell'esperienza fatta e che stiano trattando col famigerato Petris di Pinzano al Tagliamento, il quale attualmente pure risiede a Halle s. S., e che, come i nostri lettori ben ricorderanno, è sempre stato il socio del non meno famigerato suo compaesano Eugenio Gotti in tutte le maggiori imprese crumiresche degli anni scorsi.
[…]

Da una nota […] comparsa nel numero 23 della Baugewerk-Zeitung, l'organo arci-ufficiale del Consorzio de' padroni e imprenditori edili tedeschi che nuovamente documenta l'incapacità professionale de que' crumiri, apprendiamo che l'intermediario è stato questa volta il proprietario di una casa di collocamento di Halle s. S. certo Otto Thomas, uno de' più inveterati mercanti di carne umana che sfruttino l'emigrazione italiana in Germania. […]»

 

19.03.1904 - numero 5

Un buon esempio - Ravvedimento?

«In questi giorni abbiamo ricevuto da Amaro in Carnia una corrispondenza che ci ha gradevolmente sorpresi. Vi si racconta che in una delle sue ultime sedute la Società operaia di mutuo soccorso ha deliberato di aggiungere allo statuto un nuovo articolo secondo il quale que' soci che in avvenire si rendessero colpevoli di crumiraggio all'estero, o in patria, verranno immediatamente espulsi, se capi, ed espulsi dopo un'ammonizione se gregari.

Ora francamente questa distinzione fra capi e gregari non la comprendiamo. […]
Ciononostante diciamo loro: Bravi! e speriamo che tutte le società operaie del Friuli e della Carnia seguano il buon esempio e prendano la medesima misura contro tutti coloro che colla loro condotta antisolidale la disonorano all'estero, facendola parere organizzazione di crumiri piuttosto che di operai che si associano collo scopo onesto e santo di sostenersi reciprocamente nelle traversia della vita.[…]

La stessa corrispondenza ci racconta che il presidenza di quella società, il capo-crumiro Leonardo Sticotti di cui parecchie volte abbiamo avuto ragione di raccontare la storia non bella su queste colonne, appena votato l'articolo aggiuntivo di cui sopra si è alzato ed ha giurato sul suo onore di non recarsi mai più a lavorare negli scioperi e di adoperare tutta la sua influenza affinché i suoi ex-compagni di crumiraggio, i suoi complici, seguano anche questa volta il suo esempio, cioè cambino strada e diventino de' galantuomini.
[…] pur non potendo nascondere di fronte a questa improvvisa trasformazione d'un Saulo in Paolo un certo scetticismo plaudiamo ai propositi dello Sticotti, sperando ce non siano i soliti giuramenti da marinaio e che faccia sul serio.
[…]

Intanto però il signor Sticotti dovrebbe cominciare la sua nuova carriera di persona per bene col farsi cancellare da quella lista d'infamia che fu pubblicata nel N. 17 del Centralblatt für das Baugewerbe 28 Febbraio 1903, ove il suo nome campeggia al settimo posto fra quelli dei Marin, de' Gotti, de' Cassetti e di tutti gli altri corifei del crumirismo friulano in Germania. Scriva, scriva in questo al Consorzio de' padroni e imprenditori edili tedeschi e tutti potranno prendere sul serio le sue promesse e i giuramenti, altrimenti no! [...]

Vugi»

 

09.04.1904 - numero 6

Agitazioni e vertenze. Muratori

«[…]
In Rathenow le cose sono sempre allo stesso punto di prima. Di nuovo soltanto una visita del Petris di Pinzano, forse per ispezionare i lavori abbandonati dal suo degno collega di Ragogna Saracolli Federigo e per fiutare il vento che tirava.

Da Halle s. S. ci scrivono che è arrivato colà il capo crumiro Giov. Batta Chieu di Pinzano al Tagliamento con sette o otto muratori di Colle e Manazons presso Pinzano, diretto per Stendal.
[…]»

 

09.04.1904 - numero 6

Ricattatore!

«Si tratta del capo-crumiro Giovan Battista Petris di Pinzano al Tagliamento. Costui ha girellato intorno a Rathenow fino all'arrivo della banda di crumiri che aveva comandata, poi ha fatte le sue condizioni al Comitato dello sciopero. "O mi pagate 50 M. a testa, o cominciamo a lavorare. Badate vi sono ancora 20 uomini in viaggio!"
Cassetti fa scuola!»

 

23.04.1904 - numero 7

Ragogna non li vuole!

«Ci scrivono da Ragogna che i dodici… sarucullini ciuchi che hanno voluto avere il tristo onore d'iniziare qust'anno la stagione di crumiraggio recandosi a tradire i loro colleghi di lavoro e compagni di sfruttamento in Rathenow, e dei quali abbiamo pubblicata la lista nel N° 5 del nostro giornale, non sono già di Ragogna, ma di una borgata distante da questa una ventina di minuti e che si chiama S. Pietro.

Non ne dubitiamo; ma S. Pietro farà certamente parte del comune di Ragogna; poi, se equivoco ci fosse, la colpa spetta tutta al Saruculli, poiché l'originale della lista che abbiamo pubblicata, colle indicazioni del luogo di nascita e dell'età, è tutta di mano sua. I protestanti di Ragogna se la rifaccian quindi con lui quando tornerà a casa.

Ad ogni modo la protesta ci ha fatto molto piacere perché dimostra che anche nelle parti più arretrate di quella provincia di Udine che ieri era l'alveare e la cittadella del crumirismo, e che domani sarà senza dubbio per l'organizzazione operaia la miglior provincia d'Italia, la coscienza si è svegliata e cominciano a comprendere che la mancanza di solidarietà e il crumiraggio sono le due peggiori macchie che possono bruttare un popolo, e sono un chiaro segno d'inferiorità morale.

Quattro o cinque anni fa ciò non sarebbe stato possibile!

Da Udine ci scrivono poi che nessuno di que' dodici è inscritto al Segretariato per l'emigrazione.»

 

23.04.1904 - numero 7

Agitazioni e vertenze. Muratori

«A Rathenow il capo-crumiro Petris di Pinzano al Tagliamento ha saputo attirare una quarantina di crumiri. Nel numero prossimo speriamo di poterne pubblicare la lista come abbiamo fatto pe' loro predecessori.»

 

07.05.1904 - numero 8

Crumireide

«La settimana scorsa viaggiando da Lipsia a Berlino ci capitò in mano la seguente cartolina:

Rathenow 12.4.04
Caro amico!
Ti avrei scritto prima d'oggi; siccome da qualche giorno qui è cominciato lo sciopero così non penso di stare più qui ho paura di ricevere qualche lezione dagli scioperanti. Tu mi farai sapere se costà vi fosse un piazza per me e per... Credo che mi farai questo piacere. Dammi risposta al momento. Sono il tuo amico.

Non ne conosciamo l'autore e neppure l'amico pel quale domanda una piazza, e di cui tacciamo il nome, ma se li conoscessimo diremmo loro:

Vedete amici voi vi trovate in una condizione curiosa; non siete delle canaglie perfette come colui che vi ha condotti a Rathenow, ma non sapete neppure decidervi ad agire da galantuomini.
Vi siete recati a lavorare in un posto nel quale sapevate che prima o poi sarebbe scoppiato uno sciopero perché la cosa era già stata da parecchio tempo annunziata sui giornali e perché il vostro conducente - e forse compaesano – già da anni è una delle anime dannate del Consorzio padronale, e che chi lo segue e accetta di far parte della sua compagni ha la certezza di essere condotto a tradire i suoi fratelli.
Eppure sapendo tutto ciò vi siete recati a Rathenow a dar man forte ai padroni, i quali colla vostra chiamata non avevano altro in vista che di obbligare gli operai del luogo a cedere, ad accettare le loro condizioni, oppure di provocarli ad una lotta resa più difficile in grazia del vostro intervento, in un momento sfavorevole. È bello ciò? Ma ammettiamo per un momento che proprio non sapevate nulla, e non sospettavate nemmanco la brutta parte che eravate chiamati a sostenere.
Scoppia lo sciopero, e coi non partite immediatamente, come sarebbe stato il vostro dovere, ma seguitata a lavorare come se niente fosse. Dopo vi vien voglia di partire, e cercate un'altra piazza, ma non già spinti dalla coscienza del male che commettete, del danno che recate a' vostri compagni di fatiche, dell'infamia che accumulate sul vostro capo e per riflesso su tutta l'emigrazione italiana, ma soltanto perché gli operai del luogo traditi indegnamente da voi vi hanno forse guardati di traverso e temete una lezione per parte degli scioperanti.
La parola lezione è scelta bene e dimostra che sentite di meritarvela.
Domenica scorsa un buon e bravo compagno friulano si recò per incarico dell'Unione muraria a Rathenow per far un ultimo tentativo onde persuadere que' crumiri, quasi tutti di Pinzano al Tagliamento e di Forgaria, e condotti dal famigerato Petri, a partire. Disgraziatamente la sua missione non ha avuto un grande successo, perché quella gente ormai s'è ostinata a restare là. Dalla lettera che egli ci ha scritto stralciamo alcuni brani più caratteristici, affinché i nostri lettori possano farsi un concetto chiaro del modo di pensare di que' signori:
Arrivai a Rathenow domenica mattina alle 5, e mi recai subito in Frobenstrasse N° 38 ove sapevo che alloggiava il Petri colla sua compagnia, e parlai con loro per più di due ore cercando di far comprendere il male che commettevano. Il Petri si difendeva col dire che al suo arrivo non vi era sciopero, che lavoravano tutti, e che appena giunto egli sul ponti i tedeschi ne discesero dicendo ai padroni che non volevano lavorare.
Gli osservai che già da mesi i giornali avevano parlato delle questioni che erano sorte a Rathenow per causa de' salari, che i padroni al solito avevano risposto alle giuste rimostranze degli operai col solito: Chiameremo gl'italiani! e gli domandai se non le aveva lette queste cose. Mi rispose. "Ma che! Io leggo quello che mi pare e piace!".
Rivolto agli uomini domandai se non capivano il male che facevano, l'odio che richiamavano sul nome italiano, e se non avevano una coscienza. Uno m'interruppe: Ma che coscienza! soldi ci vogliono! E poi dove andare? Ci diano cento marchi a testa e partiremo tutti!
Risposi che ciò corrispondeva al detto: "O la borsa o la vita" di brigantesca memoria; che la cassa avrebbe loro dato il viaggio e qualche altra cosa, ma una somma così grande non la poteva, perché que' denari pure erano sangue di poveri operai; dissi tutto quel che mi veniva alla mente e che ritenevo atto a persuaderli, ma tutto fu inutile. Si capisce che avanzano delle pretese impossibili semplicemente perché non se ne vogliono andare.
Dormono tutti insieme in una stalla di cavalli. Il Petri come capo-squadra ha il letto di ferro; gli altri parte dormono in terra e parte in armature di legno.

Non faremo commenti; osserveremo soltanto che il Petri cercando di giustificarsi col dire che gli operai di Rathenow si sono posti in sciopero per non lavorare cogli italiani, mentisce spudoratamente, poiché egli - che dopo il fiasco degli scorucollini gironzò intorno a Rathenow e Stendal per una quindicina di giorni - sapeva benissimo di tutte le questioni; sapeva che i padroni gli avevano dato l'incarico di condurre sul posto uno squadra di italiani soltanto per obbligare quelli del paese a cedere e a ritirare il memoriale che a tempo debito avevano presentato loro. Naturale quindi che alla provocazione padronale rispondessero collo sciopero.»

 

07.05.1904 - numero 8

Un operaio friulano contro il crumiraggio

«Da un bravissimo compagno friulano riceviamo la seguente lettera:

Carissimo Operaio
Lessi in un giornale del Friuli i nomi di alcuni crumiri friulani, i quali non hanno alcun rossore di fare quel mestiere. Non capisco però come vada loro sempre bene, poiché qualche volta poi anche i colleghi tedeschi perderanno la pazienza e li cacceranno via come cani rognosi; e con ragione perché mentre essi tentano e fanno de' sacrifici per elevare i salari, i crumiri da veri boia tentano di mantenerli bassi. Ma via cari provinciali, non fate più quel mestiere e prendete una buona volta la via del progresso perché se la maggioranza de' lavoratori facesse come voi non si tarderebbe a ricascare nella condizione degli antichi schiavi.
Per darvi un esempio, caso mai non l'aveste letto nel giornale il "Friuli" del 12 e 16 Marzo corrente anno vi racconterò che cosa hanno fatto gli operai di Forni di sopra, paese che si trova fra le montagne ove nasce il Tagliamento, perché possiate prenderne esempio.
Essendo il paese di montagna vengono delle grosse nevicate, ed un buon numero di operai sono occupati durante l'inverno alla spalatura della neve. Ai primi di Dicembre l'emigrante Elia d'Andrea invitò questi operai ad una conferenza durante la quale tutti si misero d'accorso di domandare quest'anno un compenso maggiore per lo sgombero delle nevi. L'impresa con telegramma promise l'aumento richiesto, ma quando si fu al pagamini fece da scordato e gli operai rifiutarono di ricevere lo stipendio offerto.
Per ben tre mesi que' poveri operai lavorarono nella neve senza ricevere il becco d'un quattrino, scioperando 5 volte, tre per l'aumento e due pel pagamento. Ritardando l'impresa di rispondere definitivamente ai loro reclami que' miseri telegrafarono a tutte le autorità e perfino al re. Ma non ebbero risposta. Ciononostante in grazia della loro unione e solidarietà finirono col vincere.
Eppure non ci mancarono i crumiri come voialtri, i quali avendo paura dei fulmini del sole lavoravano di notte colle lanterne, rubando così come lupi il pane agli altri colleghi. Oh che mestiere infame è quello del crumiro! nel vocabolario degli improperi non ve ne è uno solo atto a qualificare come si meriterebbe un'azione così brutta. Su via, compagni di lavoro, prendete una buona volta la via onorata del progresso.
Ne' giornali ho letto degli articoli, dovuti certamente alla penna di qualche crumiro, in cui si cercava di scusare l'azione infame col dire che in Italia vi è mancanza di lavoro. Ebbene, fino a tanto che sarete disorganizzati non otterrete niente!
L'organizzazione soltanto può condurre sulla via del progresso.
Per l'inverno prossimo nel mandamento d'Ampezzo si sta organizzando fra gli elettori una petizione per essere autorizzati ad avere le elezioni municipali nei mesi di Dicembre e di Gennaio. Così potremo mettere al potere persone che abbiano a cuore gl'interessi degli operai elettori, le quali faranno nuove leggi a nostro favore e potremo passare qualche mese di più in Italia.
Per oggi basta. Saluti fraterni.
E. d'A.

»

 

07.05.1904 - numero 8

Agitazioni e scioperi. Muratori

«[…]
Stendal. In Stendal pare che abbia posto il suo quartiere generale il Cassetti di Caneva di Tolmezzo! In guardia!
[…]»

 

07.05.1904 - numero 8

Crumiri che onorano il Friuli a Rathenow

«

  • Petri Giovan Batta di Pinzano
  • Ciriani Ernesto Colle Manazon presso Pinzano
  • Chieu Giuseooe I        "
  • Chieu Giuseppe II       "
  • Chieu Santino            "
  • Ciriani Giulio di Casiaco Vito d'Asio
  • Butti Giovanni        "
  • Coletti Giulio          "
  • Coletti Giovanni     "

(Continua al prossimo numero)»

 

21.05.1904 - numero 9

Corrispondenze

«Plauen. Carissimo "Operaio". Non posso comprendere perché i circoli socialisti d'Italia non s'occupino un poco più dell'istruzione degli emigranti. A me pare che uno de' primi doveri de' comitati e delle commissioni esecutive dovrebbe essere quello di istruire gli emigranti sulle leggi e i regolamenti del lavoro degli stati confinanti e vicini almeno. Il fatto sta che qui in Plauen al ponte in costruzione della ditta Leopold e Co. di Dresda si lavora con un orario di 13 ore al giorno, cioè dalle cinque della mattina alle otto della sera ed anche al Sabato l'orario rimane lo stesso. La paga poi è per tutti da due a tre Pf. minore di quella che pagano in città.

Si capisce che con queste condizioni di lavoro i colleghi e compagni tedeschi ci siano contrari, perché l'accettarle come fanno tanti de' nostri emigranti significa semplicemente rendere illusorie le conquiste fatte in passato e che hanno causato a tutti sacrifici e dolori.

Perciò invitiamo tutti gli operai che sono occupati su quel lavoro ad aderire all'"Unione muraria" per fare poi col suo aiuto un tentativo serio di migliorare le condizioni di lavoro che di fronte a quelle in uso in città e negli altri dintorni con gente un po' più civile sono un'ignominia.

Un organizzato

N.d.R. È il solito vizio! Finora in Italia quando le cose non andavano bene si diceva: Governo ladro! Ora invece qualcuno comincia a dire: Circolo socialista ladro! Che cosa ce ne possono i poveri circoli socialisti in Italia, se molti emigranti dopo tanti anni d'emigrazione e d'ammaestramenti sono sempre al medesimo punto attaccati come delle ostriche all'ideale: lavorar molto e guadagnar poco? I circoli socialisti non possono farci nulla. Tocca agli emigranti più evoluti e colti con una propaganda continua fatta a casa, all'estero, sul lavoro, nelle osterie, alle passeggiate ecc. a far capire qualche cosa di meglio agli altri.»

 

21.05.1904 - numero 9

Agitazioni e scioperi. Muratori.

«[…]
In Rathenow è giunta un'altra piccola squadra di crumiri friulani.
[…]

In Königsberg (Prussia) al principio della settimana 44 imprenditori occupanti 357 muratori avevano riconosciute le nuove condizioni. 515 muratori erano partiti. Al momento in cui scriviamo vi sono circa un centinaio di crumiri friulani, dei quali speriamo nel numero prossimo di poter dare i nomi.
[…]»

 

04.06.1904 - numero 10

Crumireide

«Rathenow. Siamo in grado di dare una lista un po' più completa de' crumiri friulani che disonorano il loro paese e fanno prendere in odio gli emigranti italiani in Rathenow.

Giov. Battista Petris     di Pinzano
Ciriani Ernesto di Pradaldon presso Manazon    
Chieu Giuseppe I di Colle presso Pinzano
Chieu Giuseppe II "     "       "          "
Chieu Santino "     "       "          "
Ciriani Giulio di Casiaco-Vito d'Asio
Butti Giovanni "     "           "      "
Coletti Giulio "     "           "      "
Coletti Giovanni "     "           "      "
Coletti Umberto "     "           "      "
Marin Nicolò "     "           "      "
Marin Davide "     "           "      "
Lanfrit Antonio "     "           "      "

Di tutti questi i più… bravi sono i tre Coletti di Casiaco. Ecco il loro stato di servizio:

1901 sciopero di Wismar e di Hannover
1902      "        " Kiel e di Harburg
1903      "        " Strassburg e di Hannover            

Dopo Hannover tentarono anche Kassel.

Ed ora passiamo a Grabow nel Mecklenburg, ove pure una squadra di friulani rovina le speranze di quegli operai e aiuta i padroni nella lotta. Di questi per ora non sappiamo che i nomi; ma abbiamo prese tutte le disposizioni affinché in una pubblicazione a parte che stiamo compilando si sia in grado di dire la patria e se occorre anche la paternità. Questi bravi del capitalismo si chiamano:

Muratori:                          Manovali:                         
Ambroglini Cesare Abbati Emilio
Ambroglini Giuseppe Brucolini Vincenzo
Ambroglini Eligio Luriani F.
Mammoli Alessandro Buschetti Giuseppe
Mammoli Savino Bottigli Amilcare
Marelli Giorgio Nulli Giuseppe
Lemmi Lorenzo Valigi Giuseppe
Sambuco Giulio Lemmi Alessandro
Sperno Elpidio Carneli Ramaldo
Validi Giuseppe Camilli Erminio
  Valigi P.

Da Münster in Westfalia, dove la settimana scorsa è scoppiato uno sciopero parziale, ci scrivono che malauguratamente è piovuto là non si sa da dove il famigerato crumiro Petrelli di Pinzano al Tagliamento il quale l'anno scorso si rese celebre a Altstrelitz e Neustrelitz a Fürstenberg e non sappiamo in quanti altri paesi del Mecklenburg. Da Münster poi telegrafa e scrive di qua e di là per avere de' compagni, cioè no, de' complici. Colleghi italiani non dategli retta e non seguitelo, perché egli v'invita al tradimento e alla vergogna!

Il famigerato Cassetti da Stendal pare che su sua recato a raccogliere nuovi allori a Königsberg.

Ne' dintorni di Lipsia poi è in disponibilità il non meno valoroso Daniele Buschiasis, onore di Rigolato, con una squadra – così almeno ci scrivono – di calzolai, di sarti e di ... altri muratori. Che ne vorrà fare?

Misocrumiro»

 

04.06.1904 - numero 10

Agitazioni e scioperi. Muratori

«Nell'articolo di fondo del numero scorso scrivemmo che la pace nell'industria poteva essere soltanto l'effetto di una leale intesa fra la classe padronale e le organizzazioni di mestiere, e non mai una imposizione della forza. Una splendida conferma di ciò ce l'offre in questo momento la città di Magonza.

L'anno scorso gl'imprenditori edili alle giuste e modeste domande degli operai risposero con una "serrata" generale e rifiutarono ostinatamente qualunque trattativa e qualunque accomodamento dicendo che volevano assicurare la pace per venti anni almeno. E dopo parecchie settimane di resistenza grazie l'intervento de' soliti crumiri friulani condotti dai non meno saliti Cassetti, Petri e Di Sopra gli operai edili furono costretti ad arrendersi incondizionatamente e ad accettare i patti de' vincitori. Questi respirarono pensando ai vent'anni di pace che s'illudevano di avere davanti a sé. Ma l'illusione beata non doveva durare troppo poiché nell'Aprile scorso l'organizzazione presentò agl'imprenditori le stessissime domande dell'anno scorso. […]

In Königsberg la situazione è sempre la medesima, né valgono a cambiarla i 130 crumiri friulani di cui tutte le mattine la polizia è costretta a curare il trasporto mediate carrozze e carri sul lavoro. Né gli sforzi degl'imprenditori di attirare sulla piazza un materiale di crumiri meno scadente di quello di cui attualmente dispongono hanno dati buoni risultati.
[…]»

 

18.06.1904 - numero 11

Crumireide

«[…]
In Königsberg ai primi del mese vi erano 174 crumiri di cui 157 italiani. Il capo pare che sia un certo Gaier. Il nome non è nuovo negli annali del crumiraggio friulano, e se non erriamo questo uccellaccio di rapina – Gaier significa avvoltojo – che probabilmente è sceso dalle alture di Forni Avoltri, l'abbiamo incontrato tre anni fa a Ellenburg presso Lipsia.

A proposito dello sciopero di Gustrow, in seguito all'annunzio della Patria, da varie parti ci è stato telegrafato per sapere se lo sciopero era finito. Abbiamo risposto subito a tutti, ma a titolo d'onore ci piace ricordare che fra gli altri vi è stato anche il signor Leonardo Sticotti di Amaro, il quale così ha dimostrato di voler mantenere la solenne promessa fatta l'inverno scorso alla società operaia di cui fa parte. Da queste colonne nelle quali più volte l'abbiamo censurato così aspramente quando se lo meritava, gli diciamo bravo! nella speranza che si mantenga e che trovi molti imitatori.

Misocrumiro»

 

18.06.1904 - numero 11

Contratto di crumiraggio

«Un caso fortunato ha permesso alla Commissione dello sciopero di Königsberg di pubblicare il contratto mediante il quale l'agente Otto Thomas di Halle colla complicità di alcuni capi italiani si è obbligato a fornite al Consorzio padronale di quella città un certo numero di crumiri italiani. Ad edificazione de' nostri lettori lo tradurremo fedelmente.

Contratto

Fra il Consorzio padronale dell'industria edilizia di Königsberg i. P. rappresentato dal suo presidente e capo mastro della Corporazione degl'imprenditori edili di Königsberg i. P. signor Paolo Lauffer di Königsberg da una parte e
l'agente di collocamento signor Otto Thomas di Halle dall'altra
è stato concluso il seguente contratto:
  • § 1. Il Signor Thomas s'obbliga ad inviare a Königsberg i. P. circa 150 abili muratori e 20 manovali (portacalce e portasassi)
    • a) Ogni muratore abile nel suo mestiere con una giornata di lavoro di 10 a 12 ore riceverà 46 Pf. all'ora di salario,
    • b) ogni abile portacalce o portasassi riceverà collo stesso orario 35 Pf. di paga all'ora,
    • c) il capo (Polier) riceverà 60 Pf. all'ora.
  • § 2. Il Consorzio padronale per l'industria edilizia di Königsberg i. P. s'obbliga d'inquartierare i muratori ed i manovali presentati dal signor Thomas nel seguente modo:
    • a) Ogni uomo riceverà un saccone di paglia e una coperta,
    • b) poi in ogni quartiere verrà offerta la comodità della cucina e del vasellame necessario; la gente verrà inquartierata in modo che ogni compagnia non si componga di meno di 10 uomini.
  • § 3.§ 4. Il Consorzio s'obbliga di mantenere in lavoro i muratori ed i manovali forniti dal signor Thomas - dato che risultino abili - fino alla fine di Ottobre.
    • a) Il salario fissato al § 1 di 46, di 35 e di 60 Pf. all'ora importa il viaggio gratuito da Halle fino a Königsberg. Questo viaggio verrà rifuso nella misura di 15 marchi a testa due settimane dopo che la gente sarà in lavoro.
    • b) Per coloro che avessero viaggiato per conto proprio il salario sarà di 4 a 5 Pf. di più all'ora, cosicché ogni muratore riceverà 50 Pf., ogni manovale 40 Pf. e ogni capo 65 Pf. all'ora.
  • § 5. Dai sopra indicati salari dovranno venire defalcate le quote prescritte per legge per le casse malattie, di assicurazione contro l'invalidità e la vecchiaia nella misura in cui l'operaio è obbligato.
  • § 6. Operai, cioè muratori e capi, come pure manovali che non fossero capaci, o non si sottomettessero agli ordini de' capo-mastri e de' capi potranno venire occupati con salari corrispondentemente minori, oppure licenziati senza obbligo di disdetta. In caso di contesa deciderà il capo Gaier, e in assenza sua il capo Disopra.
  • § 8. Il consorzio padronale per l'industria edilizia di Königsberg i. P. si obbliga di provvedere ad una sufficiente protezione della polizia sia sul lavoro, sia negl'inquartieramenti.
  • § 7. Questo accordo sarà valido per tutti gli operai che avranno ripreso il lavoro in Königsberg prima del 21 Aprile.
Halle s. Saale, il 16 Aprile 1904

Il Consorzio padronale per l'industria edile di Königsberg i. P.
Paolo Lauffer, capo-mastro presidente del consorzio.
L'agente di collocamento: Otto Thomas.

Aggiunta
  • I. In modificazione del contratto stipulato col signor Thomas, si fissa che il salario de' muratori invece di 46 Pf. all'ora importerà 50 Pf., quello de' manovale indice di 35 Pf. 40 Pf. e quello de' capi invece di 60 Pf., 65 Pf.
  • II. Il consorzio padronale s'obbliga di far lavorare i muratori italiani da sé e non insieme ai muratori del luogo; invece manovali e apprendisti del luogo possono lavorare coi muratori italiani.
  • III. In caso di malattie o d'infortuni nella famiglia ecc. verrà concesso un permesso.

Königsberg i. P., il 27 Aprile 1904

Il Consorzio padronale per l'industria edile di Königsberg i. P.
Paolo Lauffer, presidente.

Il suddetto contratto lo riconosciamo per impegnativo e contrassegnamo questa dichiarazione colla nostra firma.

Königsberg i. P., il 27 Aprile/15 maggio 1904

In nome degli operai:
Gaier Giovanni Gortana Pietro
Di Sopra Teodoro       Sandri Luigi
Bellina Giuseppe Peresson Daniele      
Candoni Angiolo Pontelli Eugenio
Pividori Bartolo Maduhsi
Vidimato dal console generale d'Italia. August Preuss.»

»

 

18.06.1904 - numero 11

Agitazioni e scioperi. Muratori

«[…]
In altra parte del giornale riportiamo il contratto concluso tra i capi-crumiri italiani e il Consorzio padronale di Königsberg i. P.. Ai primi della settimana scorsa il totale de' crumiri era di 174 di cui 157 italiani. Dopo sono un po' cresciuti e gl'imprenditori parlano di 300, cifra però esagerata, poiché non si capirebbe di dove avrebbero dovuto passare. L'opinione pubblica è ostilissima agl'italiani, e la sera del 6 Giugno essendone arrivato un certo numero alla stazione mentre stavano per essere trasportati in carrozza ai loro quartieri furono circondati dalla folla e fischiati sonoramente. Corse qualche pugno e qualche sassata e la polizia per difenderli tirò fuori la sciabola e fece otto arresti. Notevole il fatto che né fra i dimostranti né fra gli arrestati non vi è un sol muratore. I crumiri friulani possono andar superbi dell'opera propria! Per parecchi anni quando lo sciopero sarò finito gli operai italiani su Königsberg ci potranno fare un bel crocione, come su Halle, su Lipsia e su Kiel. Senza contare l'impressione disastrosa che questi fatti producono su tutta la classe lavoratrice tedesca!
[…]»

 

18.06.1904 - numero 11

Protesta

«Il muratore Giuseppe Di Sopra di Rigolato-Vuezzis nato l'8 Gennaio 1869 attualmente in Paunsdorf presso Lipsia, dichiara che egli non ha nulla di comune coi tanti altri Di Sopra del suo comune che all'estero disonorano il loro paese tradendo la solidarietà operaia e che ad ogni momento sono citati nell'"Operaio Italiano". Egli è organizzato e disapprova altamente la loro condotta.

N.d.R. Questa protesta è originata dal fatto che il suo nome è comparso nel N. 10 del nostro giornale in una corrispondenza da Magonza insieme a quelli del Cassetti e del Petri persone, dal punto di vista dell'organizzazione, di fama non buona. Ora a quel tempo egli si trovava a Magonza, ma, come risulta da informazioni che abbiamo assunte, in questi giorni fece il suo dovere. Siamo dolenti d'averlo messo…»

 

02.07.1904 - numero 12

Pidocchi e cimici

«Giovan Battista Petri cacciato via dai padroni di Rathenow per incapacità e sostituito da Antonio Milanese unitamente al suo compaesano Petrelli fattosi conoscere a apprezzare l'anno scorso dai padroni di Meklenburg, ha offerti i suoi servizi e quelli d'una banda raccogliticcia messa insieme nella provincie renane e in Westfalia fra gli scarti dell'emigrazione, ai padroni di Bremerhaven e di Geestemünde i quali naturalmente li hanno accolti tutti a braccia aperte.
Siamo sicuri che fra un paio di settimana e forse anche prima gli entusiasmi di que' signori saranno sbolliti, come sono sbolliti quelli degl'imprenditori di Rathenow.
La pleiade de capi-crumiri che onorano il Friuli a Königsberg si è accresciuto d'un nuovo nome, quello del signor Pietro Cecon di Rigolato.

E di un altro ancora de' più bacati prodotti dell'emigrazione italiana ci porta oggi notizia la posta, cioè del famigerato Daniele Soravito di Liaris (Ovaro) il quale insieme al suo cugino Ilario Soravito, e un certo Fabris Virgilio pure d'Ovaro e a un banda composta di altri tre loro compaesani e di sei boemi, è comparso a Tharndt domenica 22 Giugno diretto a Wildruf ove ci è uno sciopero.
De' compagni organizzati italiani e tedeschi hanno cercato di persuaderlo di non tradire i colleghi in lotta; ma ai primi non ha risposto e cogli altri ha fatto le viste di non sapere il tedesco… Lui, poverino, che da dieci e più anni fa il capo crumiro non già per una speciale abilità nel suo mestiere, ma appunto perché sa il tedesco, come lo dimostrò poi alla stazione telefonando alla polizia la quale, si capisce bene, si mise subito a sua disposizione.

Il muratore Lanfrit Antonio di Domenico - Casiacco di Vito d'Asio - ci scrive da Wartein dichiarando che egli non ha nulla di comune col Lanfrit Antonio citato nella lista de' crumiri di Rathenow pubblicata nel N° 10 dell'"Operaio Italiano". Egli è organizzato e mai in vita sua neppure per isbaglio ha fatto il crumiro.»

 

16.07.1904 - numero 13

Pidocchi e cimici

«[…]
Da Immenstadt ci scrivono:

Caro "Operaio". Ti saremo gratissimo se fra i Pidocchi e le cimici che infestano la Germania ci mettessi anche un nostro compaesano il quale ha scelto per campo delle sue – come chiamarle? – operazioni la città di Immenstadt in Baviera.
Si chiama Mainardis Nicolò Zuc ed è di quell'Amaro in Carnia che, se prima dava un certo contingente al crumirismo, ha pur sempre avuto un buon numero di operai organizzati e cosciente.
Appartiene, naturalmente, alla Società cattolica1) e d'accordo col suo padrone fa continuamente inserire nel giornale "Il Crociato" di Udine che si cercano in Immenstadt 20 muratori e 15 manovali. Ora sulla piazza non vi è sufficienza lavoro disponibile per occupare tanta gente, quindi l'unico scopo di quegli avvisi non può essere che di attirare sulla piazza tanti operai da poter poi licenziare tutti quelli che incomodano un poco, cioè gli organizzati, e in prima linea quelli che per l'organizzazione fanno della propaganda.
Attenti dunque, che nessuno dia retta a quegli avvisi, né si rechi in Immenstadt.
Uno che lo conosce bene

1) Va bene, ma i signori Giuseppe Simonetti e Leonardo Prodorutti che attualmente fanno i crumiri a Königsberg sono anch'essi della "Società cattolica"?

Un po' di statistica crumiresca: In questi giorni abbiamo compilata una prima lista di 161 crumiri dei 270 circa che disonorano il nome italiano a Königsberg i. P. Nel numero prossimo cominceremo a pubblicarla intanto ecco una piccola statistica dalla quale si può vedere come questi 162 "volenterosi" si dividono fra i paesi della provincia di Udine, poiché fra tutti di altre province ve ne sono due soltanto. La palma la porta quel vero serbatoio di crumiri che è Rigolato:

Rigolato 32 Paularo 6
Gemona 17 Piano d'Arta         4
Arta 17 Lauco 4
Venzone 9 Vito d'Asio 4
Artegna 8 Ovaro 2
Chiusaforte 7 Sutrio 2
Clausetto 7 Sovramonte 2
Comeglians 6 Forgaria 2
Paesi diversi      32»    

 

16.07.1904 - numero 13

Lasciando il martello…

«Il compagno Ottavio Puntil ci scriva da Deuben:

Caro "Operaio". Leggo nelle tue pregiate colonne del N° 11 che il R. Console d'Italia in Saarbrücken pubblicò un manifesto esortante gli operai italiani a tradire i loro fratelli di lavoro, e dici che è il primo caso del genere. Su questo punto t'inganni perché de' consoli che in caso di bisogno hanno diretti gli operai che si recavano da loro a domandare informazioni sul lavoro in luoghi di sciopero ve ne sono sempre stati, ed un caso simile capitò a me nel 1898.
Trovandomi disoccupato mi recai del R. console di Dresda ad esporgli il mio caso e a pregare se mi sapesse indicare un luogo in cui facilmente avrei trovato da impiegarmi, ed egli, per non sbagliare, mi indicò la città do Spandau nelle quale in quel momento vi era sciopero!
Per fortuna telegrafai al console di Berlino, il quale meno crumirofilo del suo collega di Dresda, mi avvisò che in Spandau vi era sciopero e m'indicò Halle s. S.
Mi addolora moltissimo il fatto che anche quest'anno vi è un gran numero di crumiri italiani, specialmente friulani, che seguitano a discreditare la nostra nazione e a procacciare una fama ben trista.
Però si vede che sono sempre gli stessi poiché i nomi de' conducenti sono i medesimi degli anni scorsi.
Si vede bene che vi è ancora della gente per la quale gli sforzi fatti dall'"Operaio Italiani" e dalle organizzazioni tedesche che già più volte hanno mandato de' propagandisti nell'estremo lembo delle nostre Alpi sono stati inutili. Però dai nomi si vede che questi acefali provengono quasi tutti dai paesi ne' quali regna incontrastato il Piccolo Crociato, l'organo de' democristiani friulani. Ora quando si conosce il contegno di questo giornale rispetto al movimento operaio ciò non reca più maraviglia.
Ma a tutti i colleghi e compagni che hanno la mente un po' più aperta il grido: Avanti nella propaganda per toglierci da dosso la vergognosa taccia di crumiro che ci perseguita dovunque si passi!
Guerra all'ignoranza e alla superstizione!»

»

 

30.07.1904 - numero 14

I crumiri di Königsberg i P.

«Finora nella lotta che da anni sosteniamo contro quella vera peste che inquina l'emigrazione italiana che si chiama crumiraggio, ci siamo limitati a mettere alla gogna in questa rubrica i capi-squadra senza preoccuparci se non raramente de' gregari.

In gran parte ciò era dovuto ad un certo sentimentalismo che ci faceva considerare il crumiro-gregario come una vittima incosciente del capo, della miseria e dell'ignoranza; ed in pare dalla difficoltà di avere in proposito delle informazioni esatte. È facile stabilire i connotati personali di pochi individui conosciutissimi per la fama infame che a traverso i continui tradimenti hanno saputo acquistarsi. Non altrettanto quando si tratta di decine e centinaia di persone che non lasciano quasi traccia del loro passaggio, ed i cui tradimenti hanno un carattere collettivo.

Superata in parte quest'ultima difficoltà non abbiamo più alcuna ragione di avere de' riguardi per nessuno. E quanto alle ragioni di risentimento accennate prima se una volta era vero che i crumiri nella maggior parte de' caso erano vittime incoscienti della malvagità altrui, dell'ignoranza propria e della miseria, oggi non lo è più.

Oggi il crumiro-gregario partendo da casa col tale e tal capo sa che questi lo condurrà a lavorare sugli scioperi ed è pienamente consapevole del male che fa.

Dopo tanti anni di propaganda multiforme la scusa dell'ignoranza non è più ammissibile e non può accamparsi neppure quella della miseria, poiché quest'anno il lavoro è abbondante in tutta la Germania, i giornali di annunzi rigurgitano di avvisi richiedenti mano d'opera edile, e ciononostante i 270 crumiri di Königsberg i. P. e i 200 circa di Bremerhaven, Lehe e Geestemünde anziché cercare lavoro onesto altrove come tante volte sono stati invitati di fare, preferiscono di seguitare la loro opera malvagia, di portare ai loro figliuoli il pane del tradimento, l'onta di lavorare sotto la protezione della polizia.

Evidentemente ci troviamo di fronte ad un fenomeno di delinquenza sociale, contro il quale i mezzi ordinari di persuasione sono impotenti, ed è necessario ricorrere all'azione correggitrice dell'opinione pubblica.

Perciò cominciando da oggi pubblicheremo i nomi di tutti i crumiri di Königsberg i. P. divisi per comuni, poi passeremo alle città del basso Weser, Rathenow e così di seguito.

Da anni lavoriamo indefessamente a creare all'emigrazione italiana fra la classe lavoratrice tedesca un ambiente simpatico, facendo conoscere quel tanto di buono che la classe lavoratrice italiana organizzata ha già prodotto e produce, gli sforzi per migliorare in patria le sue condizioni economiche e i sacrifici che s'impone per sopprimere i più gravi inconvenienti dell'emigrazione diffondendo nelle masse emigranti un sano principio di solidarietà, e combattendo a tutt'oltranza pregiudizi ed antipatie inveterati.

Disgraziatamente questo lavoro al quale abbiamo consacrato quel po' d'energia e d'intelligenza che la natura ha largito pure a noi viene continuamente intralciata dall'opera nefasta de' crumiri friulani e di certe autorità politiche e religiose che promuovono e appoggiano il crumiraggio con tutti i mezzi morali e materiali di cui dispongono. Invece di veder crescere l'amore e il rispetto per l'elemento operaio italiano vediamo farsi sempre più grande l'antipatia e il dispregio contro di esso!

Ciò non sarà giusto, ma è umano. Sono le lacrime delle cose. Il bene è lontano e non si vede; il male invece è vicino e si sente!

Denunziando all'opinione pubblica italiana senza riguardo di sorta tutti gli elementi maculati che inquinano l'emigrazione italiana in Germania speriamo di svegliare in essa una reazione salutare atta ad imporre a quegli indegni di cambiare condotta.

Se poi neppure ciò giovasse e se col tempo l'esasperazione degli operai tedeschi stanchi di far gli scioperi soltanto per dar comodità alla parte più scadente dell'immigrazione di collocare le sue braccia, crescesse tanto da rompere tutte le barriere imposte dall'organizzazione e dall'ideale che li anima e da intraprendere, come già successo in altri stati, una campagna per respingere dapprima la mano d'opera italiana dai lavori pubblici – il bel sogno della piccola borghesia mercantile – per poi eliminarla anche dai cantieri privati i danneggiati sapranno a chi rivolgersi.

Cominceremo dai capi, cioè da quelli che hanno sottoscritto in nome degli operai il vergognoso contratto che i nostri lettori conoscono, colla ditta Paolo Lauffer di Königsberg e il mezzano Otto Thomas di Halle. Essi sono:

Gaier Giovanni Gortani Pietro
Di Sopra Teodoro di Toni     Sandri Luigi
Bellina Giuseppe Peresson Daniele       
Candoni Angiolo Pontelli Eugenio
Pividori Bartolo Madussi Tomaso

Ed ora ai gregari. La palma la riporta il comune di
Rigolato
con 35 crumiri:

1 Teodoro Di Sopra di Toni         
2 Ceconi Pietro 19 Gortani Basilio
3 Della Martina Pietro Svualt 20 Gracco Giovanni
4 Della Martina Luigi 21 Gracco Romano di Franculin        
5 Della Martina Giovanni 22 Pinzan Luigi I
6 Della Martina I? 23 Pinzan Luigi II
7 Della Martina II? 24 Pinzan Pietro
8 Diqual Benedetto 25 Pivelli Luigi
9 Diqual Ferdinando 26 Puschiasis G I
10 Durigon Giovanni 27 Puschiasis G II
11 Durigon Luigi di Cutz 28 Svander Egidio
12 Gortani Giovanni I 29 Svander Pietro I
13 Gortani Giovanni II 30 Svander Pietro II
14 Gortani Ferdinando 31 Svander Giovanni
15 Gortani Giacomo 32 Vidale Felice
16 Gortani Pietro 33 Zanier S.
17 Gortani Benedetto 34 Zanier Ilario
18 Gortani Michele 35 Zanier Luigi

Comeglians

1   Danelutti Giovanni 4 Mazzillis Angiolo           
2 Foncatto Guglielmo             5   Della Pietra Giacomo
3 De Antoni Filippo 6 De Fabbro Giovanni

Moggio

1   Della Schiava Pietro             3   Faloschini Romano       
2 Faloschini Pietro 4 Faloschini Giacomo

Chiusaforte

1   Linasi Giovanni I 5   Marion Pietro
2 Linasi Giovanni II 6 Naidum Alberto
3 Marion Luigi 7 Naidum Antonio
4 Marion Giovanni                  8 Montolli Fortuna (?)
       

Paularo

1   Digleria Bartolo 4   Pellizzotti Giacomo         
2 De Toni Pietro                     5 Pellizzotti Daniele
3 De Toni Enrico 6 Iuri Giorgio

Arta

1 Bergamini Celeste 10 Migotti Pietro
2 Bergamini Giovanni              11 Sandri Agostino
3 Bergamini Giacomo 12 Sandri Aluigi
4 Bergamini Enrico 13 Sandri Giovanni I
5 Ciosliani Albino 14 Sandri Giovanni II
6 De Crignis Antonio 15 Sandri Giovanni III
7 De Crignis Giovanni 16 Sandri Paolo
8 De Crignis 17 Sandri Pietro
19 Grassutti Aluigi    

Piano d'Arta

1   Cantini Aluigi          3   Dereato Arturo              
2 Ciliani Romano                    4 Rossi Giovanni

Amaro

1   Prodorutti Leonardo di G. Batta 2   Simometti Giuseppe         

Ovaro

1   Sorovito Antonio                3   Rotter Egidio             
2 Rotter Giovanni    

Clausetto

1   Zanier Luigi 5   Zanier Batta
2 Zanier Leonardo 6 Zanier Antonio            
3 Zanier Francesco 7 Tosoni Luigi
4 Zanier Giasone (?)                 

Vito d'Asio

1   Peresson Giovanni              4   Ortis Domenico
2 Peresson Daniele 5 Ortis Girolamo           
3 Nordi Elviro    

Venzone

1   Bellina Andrea 6   Fadi Francesco
2 Bellina Candido 7 Fadi Cagiano (?)
3 Bellina Giuseppe                 8 Lamoldi Alberto
4 Bellina Paolo 9 Pirollo Antonio
5 Fadi Domenico 10 Pierollo Pietro

Ospedaletto Gemona

1   Collino Giovanni 11 Fogliarini Antonio
2 Collino Pietro 12 Fogliarini Giuseppe
3 Corranic Luigi 13 Fogliarini Giovanni
4 Corranic Francesco            14 Gregorutti Francesco           
5 Corranic Pietro 15 Pividori Bartolo
6 Copetti Pietro 16 Manci Andrea
7 Cums Andrea 17 Sandri (?) Luigi
8 Cums Giovanni 18 Stroili Giovanni
9 Daronco Luigi 19 Sella Premenziani
10 Ellero Pietro    

Artegna

1   Madussi Tomaso 6   Pontelli Eugenio
2 Madussi Giovanni 7 Traundero Vittorio
3 Madussi Enrico 8 Zavonitti Beniamino detto Conte
4 Adotti Luigi    
5 Cuzzavi Domenico                

Lauco

1   Gressani Albino                 3   Gressani Arnoldo          
2 Gressani Eugenio 4 Nogaro Giovanni

Sutrio

1   Degrato Pietro                  2   Giapolini Guido

Forgaria

1   Marcuzzi Pietro                 2   Molinaro Venanzio           

Sovramonte di Buia

1   Piva Gaetano                    2   Pederiva Urbano          

Di Località diverse e indeterminate

1   Nardo Giovanni Padova
2 Spinetto Remigio Pieve di Sacco
3 Tosolini Giovanni Udine
4 Recchia Giovanni Maiano (?)
5 Zilli Egidio S. Martini (?)
6 Furlan Silvio Maniago (?)
7 Ghianduzzi Pietro Lestizza
8 Quargnoli (?) Leopoldo      Brescia
9 Galassini Franz Campoformido
10 Di Ronco Nicola Paluzza
11 Podreiots Giovanni       ?
12 Salmaso Domenico       ?
13 Casagrande Cesare       ?
14 Casagrande Nordinp       ?
15 Tomat (?) Giovanni       ?
16 Passolo Valentini       ?
17 Passolo Girolamo       ?
18 Capriz Francesco       ?
19 Girini Tomaso       ?

È possibile che nella trascrizione dei nomi sia incorso qualche errore, così pure nell'assegnazione de' paesi. Siccome però questo numero verrà inviato gratis a tutti i crumiri sopra indicati saremo lietissimi di accogliere e di pubblicare le rettifiche che ritenessero del caso!»

 

30.07.1904 - numero 14

Collaborazione operaia. Emigrazione ed organizzazione

«Nelle province italiane con forte emigrazione – per esempio il Friuli – gli operai cominciano ad emigrare a 14 anni (N.d.R. e qualche volta anche prima) e seguitano per 25 anni consecutivi a passare all'estero regolarmente 9 mesi all'anno, dimodoché di tutto questo periodi di tempo comprendente 300 mesi ne passano appena 75 a casa in seno alla famiglia.

Appena le prime aure primaverili cominciano a baciare le cime nevose de' monti i nostri poveri operai sono obbligati a baciare la moglie e i figli e a mettersi in via per l'estero.

Partono tutti colla buona speranza del ritorno e del ritrovarsi alla fine d'autunno in buona salute.

Ma la fortuna non assiste tutti nella medesima maniera e quante volte capita che la sventura batta alla porta colpendo o l'emigrante stesso, oppure un membro della sua famiglia e che per la lontananza o l'uno o gli altri non possano assistere e raccogliere l'ultimo respiro del loro caro?

E poi che vita dura, piena di privazioni e di rinunzie dolorose! Qualcuno rimprovera all'emigrante italiano di aver poco amore alla patria! Il rimprovero è ingiusto, ma ci sarebbe da maravigliarsene se fosse vero? Che cosa ha fatto, che cosa fa la patria per lui? Nulla!

È una situazione intollerabile della quale tutti soffrono, gli emigranti, le loro mogli, i figli, poiché d'una vera vita famigliare non si può parlare, e sarebbe nell'interesse di tutti di studiare i mezzi onde poter restare a casa e vivere pacificamente colla famiglia sei mesi dell'anno almeno. Non ci sembra di essere troppo ingordi!

E ciò non sarebbe difficile di ottenere se l'idea dell'organizzazione potesse mettere radici profonde nel loro cuore.

Potrebbero ottenerlo anche quei bravi italiani che in numero di parecchie centinaia lavorano nelle cave di pietra calcare ad Aprath e a Dornach. Lavorano? Arrancano sarebbe detto meglio. La maggior parte sono a cottimo e hanno quindi da provvedere a spese proprie tutto l'occorrente per le mine.

E così qualche volta dopo aver sudato sangue per settimane e settimane, detratte le spese, s'accorgono di non aver guadagnato il becco d'un quattrino. Naturalmente per molti di loro le ore di riposo sono assolutamente sconosciute. Cominciano all'alba, e la sera i pipistrelli li trovano ancora al medesimo posto. Alcuni dicevano che lavorerebbero di notte a fare i buchi delle mine e di giorno a caricare i sassi, se fosse possibile.

E la salute? E la vita?

Non ci pensano!

Eppure per vivere non occorrerebbe lavorare tanto poi, purché il lavoro fosse pagato a dovere! Basterebbero 6 ore al giorno e forse meno! Il resto va tutto a profitto de' signori padroni.

Cari compagni, se foste organizzati potreste rivolgervi ai padroni con delle domande concrete e strappar loro tutti quei miglioramenti nelle condizioni di lavoro che sano stati ottenuti dalle altre organizzazioni. Ma tutto sta nel cominciare. Rammentatevi che l'ex-ministro Gladstone parecchi anni fa ebbe a dire che questo secolo sarebbe il secolo de' lavoratori. Facciamo nostra questa parola del grande statista inglese e lavoriamo e studiamo affinché si adempia!

Cari colleghi non lasciatevi abbindolare dai padroni, perché essi profittano dello stato di disorganizzazione in cui vi trovate per sfruttarvi a più non posso e riempirsi le tasche col frutto delle vostre fatiche. Ed uno di questi è l'imprenditore Fröchte di Essen il quale parlando de' suoi operai disse che da 15 a 18 anni mangiavano il suo pane. Come se le mani di quegli operai si fossero incallite maneggiando il bastone da passeggio o zuzzerellando per le passeggiate e per le piste.

E, tanto per finire, poche parole sui crumiri. Prego caldamente tutti i miei comprovinciali, e specialmente quelli di Rigolato, a combattere con tutte le forse questa macchia che ci disonora e ci danneggia, e d'istituire per l'inverno delle scuole operaie de' circoli di lettura e d'istruzione in cui gli emigranti possano essere istruiti sui loro doveri e diritti.

Fraterni saluti.

Risveglio»

 

30.07.1904 - numero 14

Pidocchi e cimici

«I crumiri di Bremerhaven-Lehe e di Geestemünde dei quali nel numero prossimo cominceremo a pubblicare i nomi come in questo facciamo per quelli di Königsberg, pare che non abbiano troppo da lodarsi del trattamento che nella clausura alla quale sono condannati dalla loro incoscienza vien loro fatto per parte de' padroni.

Infatti la settimana scorsa furono visitati da un missionario, il quale nella relazione sul suo viaggio scrivendo di loro fra le altre cose osserva: '… Ho visto i loro giacigli… li chiamano tali perché non meritano il nome di letto quattro assi con 10 cm di paglia in un sacco… e non ho potuto fare a meno di compassionare i nostri poveri emigranti e far voto che vengano più umanamente trattati. Credo che al mattino saranno più stanchi di quando vanno a coricarsi...'

La descrizione è sconfortevole, ma non possiamo condividere la compassione di quel sacerdote perché que' 200 crumiri circa hanno proprio ciò che si meritano.

Non si sono posti al sevizio de' padroni per conquidere gli operai del luogo a rendere illusorie le conquiste fatte nelle lotte precedenti, riportare le condizioni del lavoro a quel che erano 10 o 12 anni fa? O di che si lamentano allora?

I padroni fanno anche troppo per essi e dimostrano una volta ancora che dei traditori se ne servono volentieri fino a tanto che fanno comodo, ma li disprezzano dal fondo dell'anima.
[…]»

 

30.07.1904 - numero 14

Agitazioni e scioperi. Muratori

«[…]
Gl'imprenditori di Stendal si trovano in un discreto impiccio perché alcuni lavori dovrebbero essere finiti in breve e mancano le braccia. Hanno i crumiri italiani condotti da Cassetti, ma non bastano; poi sono stati in pericolo di perdere anche questi, poiché il capo-crumiro Gaier giunto da Königsberg voleva condurli là nelle braccia de' Lauffer e Ci; e se gl'imprenditori hanno voluto tenerli hanno dovuto slargare i cordoni della borsa e crescere le paghe a tutti. Una quarantina di boemi che avrebbero dovuto arrivare dalla Slesia si sono fermati a mezza strada e tornati indietro.[…]

In Königsberg i. P. gl'imprenditori fanno tutto il possibile per attirare sulla piazza più gente che possono onde condurre a termine i lavori iniziali. Alla pesca di italiani pare che sia partito il capo-squadra Gaier. Un altro aveva raccolto in Vienna un certo numero di muratori per condurli a Königsberg ma costoro avvisati a tempo per via se ne sono tornati indietro.
[…]»

 

13.08.1904 - numero 15

Pidocchi e cimici

Oggi pubblicheremo una nuova lista di crumiri che lavorano a Königsberg e nel numero prossimo cominceremo con quella di Bremerhaven.

1   Leoncedio Carlo di Claut
2 Pascolo Giorgio di Claut
3 Zamolo Alaerto di Claut
4 De Bernardo Tomaso di Claut
5 Tarussio Pietro di Paularo
6 Di Qual Giacomo di Rigolato
7 Di Qual Gio. Batta des Fotis di Rigolato            
8 Della Pietra Giuseppe di Rigolato
9 Della Pietra Basilio di Nardin Rigolato
10 Di Sopra Giovanni di Teodoro Rigolato
11 Di Sopra Amilcare di Teodoro
12 Della Pietra Giuseppe Catinon Rigolato
13 Mengotti Giuseppe di Comeglians
14 Estua Daniele di Giacomo Comeglians
15 Morassi Giovanni di Forni
16 Guirin E. di Forni

Anche in questa lista primeggia Rigolato, o per meglio dire le sue frazioni Stalis e Vuezzis. Vi troviamo delle vecchie conoscenze; il Di Qual Giacomo che al tempo dello sciopero di Halle giurava e spergiurava sulla madonna di esser più candido d'una colomba, e sacramentava che i crumiri erano i più grandi mascalzoni che Dio avesse messo in terra e che meritavano tutti d'esser impiccati. O perché non compra lui ora un po' di corda? Poi vi sono il suo figliolo e i due figliuoli del Di Sopra Teodoro. Si vede bene che il proverbio: "Chi di gallina nasce convien che razzoli" in moltissimi casi è vero.

A Brema vi sono per ora dieci crumiri italiani di cui 4 muratori.
I capi sono

  • Florian Luigi
  • Cella Giovanni

ambedue di S. Daniele nel Friuli.
[…]»

 

13.08.1904 - numero 15

Agitazioni e scioperi. Muratori

«[…]
In Königsberg le cose sono sempre allo stesso punto. Gl'imprenditori mandano continuamente in giro degli agenti di crumiraggio, i quali tornano qualche volta soli e colle pive nel sacco, come capitò due settimane fa al Gaier e qualche volta con una brigatella di sarti, calzolai e fabbri travestiti per la circostanza da muratori, come fece la settimana sorso il capo crumiro Pietro Ceconi di Rigolato. La polizia, si capisce bene, seguita a rendere agl'imprenditori i soliti servigi.

A proposito dell'impiego de' crumiri ebbe luogo due o tre settimane fa un'interessante discussione al consiglio municipale. Causa occasionale fu il fatto che una pila del ponte nuovo sul Pregel era costruita così male che gl'ingegneri dovettero ordinarne la demolizione. Lavoro da crumiri, si capisce bene, atti ad accrescere negl'imprenditori la stima per la capacità degli operai italiani!

Del resto della fenomenale incapacità di Königsberg sembra che ne sia persuaso anche il sallodato Gaier il quale alla stazione id Warstein ebbe a dichiarare che non aveva un muratore capace di costruire una cantonata di quadrelli, e che erano tutti pecorai e pastori del monte Crostis e dell'Avanza.»

 

27.08.1904 - numero 16

I sindaci della Carnia e del Friuli contro i crumiri

«[…]
Il Segretariato dell'Emigrazione di Udine in possesso delle liste de' crumiri friulani di Königsberg i. P. pubblicate sul N° 13 del nostro giornale ha avuto la bellissima pensata di spedirle ai sindaci de' rispettivi comuni allo scopo d'informarli sulla condotta de' loro amministrati all'estero, e chiedere il loro concorso nell'opera di risanamento dell'emigrazione friulana.

Quasi tutti i sindaci hanno risposto dicendosi dolenti de' fatti denunciati e dell'onta che que' sconsigliati riversano sul loro comune e su tutta l'emigrazione e promettendo di adoperarsi affinché lo scandalo cessi al più presto.

Alcune di queste risposte sono assai caratteristiche perché dimostrano in un certo qual modo quale spirito nuovo vada facendosi strada non solo fra gli operai della provincia di Udine, ma anche fra le classi dirigenti, e meritano di essere conosciute.

Cominceremo da quella nobilissima del sindaco di Rigolato, il quale comune insieme a quelli di Pinzano, Forgaria e Venzone gode la poco invidiabile fama di essere il più grande vivaio di crumiri di tutta la provincia.

Provincia di Udine
-—
Municipio di Rigolato
--
Rigolato, 6 Agosto 1904
N. 843
La pregiata nota controindicata di codesto benemerito Segretariato, al quale sento di porgere vivi ringraziamenti, con cui mi si partecipa che il numero di operai crumiri nello sciopero di Königsberg (Germania) appartiene, in prevalenza, al mio Comune, mi ha prodotto ingrata sorpresa insieme a penosa impressione e vero disgusto.
Non starò ad indagare sui motivi, che si volessero addurre, a giustificazione dello scorretto operato, poiché, qualunque essi siano, non potranno mai esser tali da invocarsi come attenuanti e tanto meno come scuse di fronte a chi nutre retto pensare in questione.
Sono, poi, maggiormente rammaricato in quanto che sulla condotta morale, civile, penale, nulla mi risulta a loro conto se non in senso favorevole, cosicché a me non resta che compiangere la triste sorte, a cui quei poveri sconsigliati han voluto sottostare, ed alzare alta la voce di biasimo contro gli stessi, i quali, ponendo in non cale i sentimenti di fraterna solidarietà, che devono custodirsi impavidamente gelosi, tradirono i compagni tedeschi di lavoro a grave scapito del paese, della provincia, della nazione.
Oh, se avessero ponderato sino a qual segno si rendevano riprovevoli con quell'azione, credo che si sarebbero risparmiati una macchia così vergognosa, tanto più che, se oggi il deplorevole atto può tornare loro vantaggioso, domani sarà fonte sicura di danni serissimi, in ispecie a sé stessi ed alla classe lavoratrice italiana!
Avverto che detta nota di codesta provvida istituzione e questa mia lettera di risposta sono state affisse all'Albo pretorio del Comune onde la popolazione possa conoscere gli operai fedifraghi del paese, nella lusinga che il provvedimento ravveda i colpevoli e riesca invece di monito verso gli altri. Sono lieto di valermi dell'opportunità per esprimere gli atti di mia considerazione.
Il Sindaco
f.to Candido Giacomo
Il Segretario
f.to Luigi Spaccari

Il sindaco di Venzone scrive:

Sono veramente spiacente di dover registrare anche in questo comune un così largo numero di crumiri che a Königsberg portano l'opera loro a danno dei loro colleghi locali….
Io non ho mancato di raccomandare alle famiglie di questi miei amministrati che volentieri chiamerei perversi, di insistere presso gli stessi affinché abbandonino un lavoro che riesce per loro disonesto e mantengano la solidarietà operaia.
Un ravvedimento per quanto tardo, può ancora lavare l'onta della quale sono imbrattati.

Il sindaco di Sutrio ci fa sapere che i due muratori che disonorano il suo comune a Königsberg sono uno sarto e l'altro fabbro! Chi sa mai qual concetto si farà l'imprenditore Lork presso il quale lavorano della capacità degli operai italiani!

Il funzionante sindaco di Amaro dopo aver assicurato che i due soli crumiri del suo comune che si trovano a Königsberg i. P. sono conosciuti in paese come persone buone, cerca di scusare la loro condotta coll'ignoranza dicendo:

Ultimamente lasciarono intravedere qualche idea socialista che non si accorderebbe poi coll'operato loro come crumiri, ma l'ignoranza in essi è tale che li fa cambiare facilmente di opinione ed operano forse senza sapere di portar danno.

Uno de' due almeno lo conosciamo anche noi e sappiano che egli sa benissimo il danno che porta, o almeno l'anno scorso, quando si trattava d'un suo conoscente, lo comprendeva a meraviglia!

La medesima scusa dell'ignoranza viene portata in campo anche dal sindaco di Vito d'Asio, il quale scrive:

Se i medesimi hanno accettato lavoro durante lo sciopero di Königsberg ritengo debba attribuirsi all'essere essi ignoranti certo dell'importanza della cosa, perché non hanno ricevuto che i primi elementi dell'istruzione elementare e mancano di qualsiasi idea di organizzazione e di conoscenza nelle lotte di classe.

Se non erriamo il comune di Vito d'Asio è proprio uno di quelli che non ha che le due classi elementari. Speriamo che il sindaco proponga subito l'erezione delle altre tre classi e dia al maestro le necessarie istruzioni perché insegni a' suoi alunni quali sono i doveri che la solidarietà impone agli emigranti di fronte ai loro colleghi dell'estero, e dia loro quella "conoscenza delle lotte di classe" di cui egli deplora il difetto.

Il Sindaco di Arta (anche per Piano d'Arta) scrive:

Nel mentre mi unisco a codesta spettabile istituzione nel deplorare – se vero – il crumiraggio da parte dei 21 operai elencati nella lettera 25 corrente N° 8519 deggio dichiarare che per me è cosa inesplicabile, poiché trattasi di persone oneste, economiche, di ottimi ed intelligenti cittadini, la massima parte ancor giovani e che finora non hanno dato luogo a lagno veruno.

La cosa gli pare così mostruosa che quasi quasi non ci crede! Ma pur troppo è vera!

Interessante nel suo genere è anche la risposta del sindaco di Buia, il quale protesta contro la supposizione che nel suo comune vi possano essere de' crumiri e scrive:

Ho il piacere di riferire a codesto segretariato di emigrazione che gli operai Piva Gaetano e Pederiva Urbano di cui la nota al margine non appartengono a questo comune.
Prego quindi la compiacenza di V.S. a voler fare le opportune rettifiche anche a mezzo della stampa cittadina che in questi giorni se ne occupò, assegnando anche Buia fra i paesi friulani che danno il cattivo contributo al crumiraggio.
Plaudo alla nobili iniziativa di codesto segretariato nel combattere un male che disonora il nostro forte operaio!

E così potremmo proseguire per un pezzo! Tutti o sotto una forma o sotto l'altra trovano una parola – qualche volta severissima – di biasimo contro il crumiraggio!

Ricordiamo che appena tre anni fa in occasione di uno sciopero, il Consorzio padronale edile in un manifesto contenente una lista di capi crumiri chiudeva: Poi per ottenere degli operai italiani basta scrivere ai sindaci de' comuni della provincia di Udine, la cui popolazione maschile si dà tutta all'industria edilizia.

Oggi probabilmente non lo scriverebbe più. E così speriamo che un po' per volta l'orrore per questa forma di delinquenza sociale, creata dalle nuove condizioni di vita, si generalizzi, e che presto gl'imprenditori edili tedeschi se vorranno avere de' crumiri dovranno andare a cercarseli nel deserto del Sahara o nel fondo del mare, ma non già pe' simpatici e floridi paeselli del Friuli e della Carnia.

Intanto queste lettere le tradurremo in tedesco e le pubblicheremo nel "Grundtein" affinché gli operai tedeschi veggano che anche nella provincia di Udine, nonostante gli avvisi crumiri del "Piccolo Crociato" e l'opera deleteria del Segretariato cattolico vi sono moltissimi che comprendono i dolori cagionati loro dall'incoscienza di tanti emigranti, e che sono animati dal fermo proposito di trovare un rimedio e di rimuovere tutto ciò che potrebbe in qualsiasi modo turbare la buona armonia delle due nazioni.

Vugi»

 

27.08.1904 - numero 16

Medaglie al valore

«Troppe volte ci capita di dover pubblicare delle lunghe liste di nomi di operai italiani che disonorano il loro paese all'estero. Oggi invece ne vogliamo citare alcuni che per la loro solidarietà ed il loro amore all'organizzazione e la fedeltà ai patti stabiliti da questa hanno saputo conciliarsi il rispetto e l'amore de' loro colleghi tedeschi. Sono i muratori: Mecchia Italico, Clemente Pietro, Clemente Biagio, Clemente Daniele, Clemente Ferdinando, Denardo Pietro Piazza, Collino Lorenzo, Garlatti Costa Giuseppe di Forgaria e Lanfrit Osvaldo di Casiaco, che a Mühlenbeck seppero fare il loro dovere.

Forgaria è un comune di crumiri. Speriamo che l'esempio di questi bravi valga a indicare ai loro compaesani quale è la via da seguire per meritarsi il rispetto de' colleghi all'estero.

Anche da Nidersedlit ci scrivono che in un piccolo sciopero che ha apportato un miglioramento di 3 Pf. all'ora gli italiani organizzati si sono condotti molto bene e che i loro nomi meritano di essere fatti conoscere. Sono i compagni Cimador Luigi, D'Agaro Sebastiano, D'Agaro Giuseppe del comune di Prato Carnico; Camiano Giovanni, Camiano Daniele del comune di Castelnuovo del Friuli, Tonelli Pietro di Spilimbergo poi alcuni altri de' quali non è stato possibile di rintracciare il nome e il comune. Sono pochi ancora, ma speriamo che in breve diventino legione!»

 

27.08.1904 - numero 16

Pidocchi e cimici

Crumiri di Königsberg

  • Gortana Giacomo di Noche – Givigliana di Rigolato
  • Gortana Fetter      "      "            "         "      "
  • Zanier Pietro         " Sbergo        "         "      "

 

Crumiri di Lehe

  • Marin Enrico di Vignut Ovaro
  • Marin Luigi    "      "       "
  • Moro Massimiliano fu Carlo di Ovaro
  • Cidolini Pietro di Domenico   "     "
  • Zaner Giovanni Talian di Futiz di Givigliana
  • Cernis Umberto Pieruti di Comeglians
  • Zanier Basilio Machin     "        "

 

Oltre a questi vi sono ancora i seguenti di Pinzano al Tagliamento:

  • Petrelli Leonardo di Manasons
  • Petri Giovanni      "       "

 

Questi sono le due anime dannate del Consorzio padronale.
Ed ora i gregari:

Brosolo Pietro I Ciriani Daniele I
Brosolo Pietro II Ciriani Daniele II
Brosolo Pietro III Ciriani Giovanni
Brosolo Pietro IV Ciriani Luigi
Brosolo O. Ciriani Pietro
Brosolo Giovanni I Ciriani Agostino
Brosolo Giovanni II Ciriani Santo
Brosolo Nicolò Ciriani Giuseppe
Brosolo Vincenzo Ciriani Federico
Brosolo Giuseppe Tomat Michele
Campei Francesco Tomatti Gio. Batta
Del Fabro Giovanni Tosoni Santo
Pierantoni ? Tosoni Giovanni
Pierantoni Domenico     Tosoni Luigi

Questo sono, se le nostre informazioni sono giuste, tutti di Pinzano e delle sue borgate Manasons, Valleriana e Campeis. Confrontando questa lista con un'altra compilata l'anno scorso ci accorgiamo che la maggior parte di costoro dovevano trovarsi allora a Neustrelitz e Fürstenwalde col Petrelli. Dunque tutti crumiri professionali! Il seguito nel prossimo numero.»

 

10.09.1904 - numero 17

Pidocchi e cimici

«Seguitiamo a pubblicare la lista de' crumiri dei Bremerhaven – Lehe – Geestemünde. Di parecchi non c'è riuscito ancora di stabilire i comuni ai quali appartengono, ma speriamo che quando pubblicheremo l'opuscolo promesso adorno de' ritratti de' capi e di alcuni gruppi avremo il registro in ordine perfetto, come se fosse uscito da un ufficio d'anagrafe. Intanto ringraziamo tutti que' nostri lettori che ci hanno inviate delle correzioni e delle notizie biografiche sul passato di codesti… bonomelli.

Simometti Daniele           di Natarugo Castelnuovo        
Somonetti D. "     "
Simometti S. "     "
Simonetti ? "     "
Vidoni I " Forgaria
Vidoni II "     "
Vidoni III "     "
Zuliani "     "
D'Andrea Nicolò "     "
Brovedani Pietro " Clausetto
Zanier Giov. Batta "     "
Zanier Antonio "     "
Zanier Angiolo "     "
Zanier Natale "     "
Zanier Ferdinando " Castel Vecchio Pinzano
Fadi ? " Venzone
Menegon Luigi " Amaro
Messana G. B. " Casanova
Berton Leonardo di Enemonzo
Galante M. "     ?
Galante Nicolò "     ?
Bonanni G. "     ?
De Stefano Daniele "     ?
Peretti Giovanni "     ?
Battistutti Giuda di Rigolato
Svander G. "     "

In Battistutti Guido aveva lavoro remunerato assai bene ne' dintorni di Kiel; ma ha preferito per l'ingordigia di pochi Pf di più all'ora e di un compenso straordinario di una volta tanto recarsi a fare il bonomelli in Bremerhaven.

Il sindaco di Buia ha ragione:
Da Beucha ci scrivono:

Il Sindaco di Buia ha ragione se non vuole riconosce come suoi amministrati i crumiri Piva Gaetano e Pederiva Urbano citati nella lista d'infamia pubblicata sul No. 14 del suo giornale; perché questi due bei ciaccherini sono invece della provincia di Belluno, e più precisamente del comune di Sovramonte di Belluno.

Errata-corrige.
Nella lista de' crumiri pubblicata nel No. 14 dell'"Operaio Italiano" è citato il crumiro
Prodorutti Leonardo di Giov. Batta
La paternità è errata; invece deve essere:
Prodorutti Leonardo di Giuseppe
indegnamente membro della "società operaia" e corrispondente del Segretariato dell'Emigrazione di Udine.
N.d.R. A proposito di codesto signore speriamo che i membri della "società operaia" si ricordino quest'inverno d'una deliberazione presa in primavera a proposito dei soci-crumiri e l'applichino senza riguardi.»

 

10.09.1904 - numero 17

Lasciando il martello…


Agli operai del "Friuli"!
da Lipsia 28 agosto 1904
Compresa la necessità che una buona volta anche gli "operai" Friulani si organizzino, si uniscano in una forte indissolubile compagine, sento il dovere di rivolgere, di dedicare queste poche righe al proletariato che purtroppo ancora vive nella noncuranza del proprio domani.
Ma su adunque, uomini friulani, coraggiosi operai, eroici muratori, scuotete quell'apatia, quel torpore che ancora vi opprime; è giunta l'ora, operai friulani, di unirci tutti sotto una bandiera, sotto quel vessillo circonfuso d'ineffabile luce, che né volger di tempi, né odio e persecuzione di questurini varranno a far piegare giammai.
È spuntata, s'espande, irrompe per ogni dove l'idea socialista!
Dalle arse officine alle sale dei cotonifici e delle manifatture, ai campi bruciati del sole, dove regna la pellagra fino alle risaie dove la febbre uccide, dappertutto risuona il verbo socialista e porta il conforto, la consolazione al misero proletario, che fino a ieri servo dimesso, si è innalzato sicuro di se stesso, cosciente della propria forza, alla quale invano la borghesia spaventata oppone le baionette, facendo irrigare di sangue quel suolo fecondato dal sudore di tante generazioni operaie!
Disertate, operai, i confessionali ove il prete v'insegna la via della stupida rassegnazione; opponete il vostro disprezzo alla propaganda ch'esso cerca di esercitare fra voi, volgetegli le spalle perché quando esso vi parla vi offende!
Ero anch'io cattolico, ed ora sono divenuto socialista, poiché ho compreso che il socialismo soltanto potrà cancellare le ingiustizie e le diseguaglianze sociali, perché difendendo l'idea, combattendo, lottando per la gran causa sento di compiere il mio dovere. Soltanto l'organizzazione dei lavoratori a poco a poco farà scomparire l'iniquità che oggi ancora divide la famiglia umana in ricchi e poveri, padroni e servi, sfruttatori e sfruttati, stabilirà la legge del lavoro per tutti e assicurerà ai nostri figli l'educazione, l'istruzione, il lavoro, e la giusta ricompensa delle loro fatiche.
Dunque compagni operai! venite fra i lavoratori, venite fra i socialisti, qui troverete i veri fratelli che vi porgeranno lealmente la mano e vi chiameranno affettuosamente fratelli, che vi parleranno del vostro avvenire, che vi richiameranno sulla bocca quel sorriso troncato dal rimprovero severo e dalla punizione del… Pfenning degli attuali capit… e vi faranno travedere quel domani, che invano spererete se inoperosi ed inerti.
Non temete persecuzioni perché la prepotenza e la tracotanza hanno fatto il loro tempo, non temete per le vostre famiglie che sarebbero più sicure che adesso, non tremate alle fanfaluche del prete che vi fa travedere i tormento dell'inferno, che vi dipinge i socialisti come figli di satanasso! Uniamoci compagni "operai" compatti e solidali, organizziamoci, seguiamo la via del progresso e della civiltà, e il precetto di Cristo di amar Dio, (cioè il bene e la giustizia) ed il prossimo come noi stessi senza distinzione di nazionalità né di razza!
Seguiamolo dunque coraggiosamente, là in fondo sull'orizzonte rosso spicca a caratteri di fuoco una frase "uno per tutti tutti per uno"! E in questa marcia trionfale, segnando l'orizzonte con un dito, diciamo ai nostri figli: quella sia la vostra divisa, quello sia il moto che posto in pratica vi farà uomini onesti!
Lasciamo dunque gli scioperi in pace e auguriamo che ogni compagno porti sempre la palma della vittoria!
Fratelli, Compagni, seguite il consiglio, la preghiera, l'esortazione di chi ha da ben poco tempo acquistata una fermezza di propositi che non finirà mai!
G.D.S. di Vuezzis»

 

24.09.1904 - numero 18

Voci friulane contro il crumiraggio


«(dal Friuli)Rigolato, 24 Agosto
Tengo sott'occhio L'Operaio Italiano di Berlino ed il cuore mi sanguina leggendo l'infinita schiera di crumiri nello sciopero di Königsberg, tutti italiani e per di più friulani.
L'unica lotta che dovrebbe esservi a questo tempi dovrebbe essere quella dell'emancipazione dell'operaio, della rivendicazione dei suoi diritti; rivoluzione che si dovrebbe compiere in nome dell'associazione, e che darebbe – compiendosi – un elemento di vita al progresso morale delle generazioni, un nuovo pegno di forza al nostro sviluppo politico, un nuovo impulso alla produzione.
Ma invece di ciò siamo costretti ad assistere alla lotta civile fra operaio ed operaio, ad una lotta indegna e vigliacca.
Continuando ciò, che ne avremo?
Il disonore del nostro nome, il boicottaggio dell'italiano – ed in ispecial modo del friulano – dal territorio estero; quindi non più tanta emigrazione (unico modi di sostentamento delle nostre popolazioni) ma invece:
"La miseria che paralizza, che ottunde, che perverte spirito e corpo; la miseria – di cui il Ferri con la magia della sua parola ha fatto un quadro così spaventosamente vero – rende inerte le masse ed insensibili; le amministrazioni e le opere pienel cui ingranaggio si annidano gli sciacalli del buon sangue del popolofunzionano anarchicamente; il Proletariato, il Boviano quarto stato storico, non è là; giudice e controllo vigile sui mestatori della pubblica cosa, l'interesse dei singoli, dei pochi, prevale e trionfa."
Dov'è l'uscita?
Noi che conosciamo il male, che lo conosciamo in tutta la su sconfortante estensione, sappiamo che le cause di questo grandissimo male sono facilissime a rimuoversi; perciò scendiamo in campo e lanciamo in faccia ai pochi dispersi il motto:
Organizzazione!
Organizziamoci, facciamo nostre, e mettiamo in pratica, le parole di un grande statista inglese, Gladstone che disse essere questo il secolo dei lavoratori e della civiltà.
Facciamo comprendere a questi ignavi tutto il male che fanno – oltre alla loro classe – anche alla nostra cara Patria;
che dall'organizzazione, dalla somma delle singole energie, nascerà certamente tutto il bene che a noi manca;
che le pretese degli scioperanti sono sempre giuste, oneste;
che il loro modo di agire è da traditori e che essi sono considerati come tanti Giuda.
Adoperiamoci seriamente onde questo gran malanno che ci disonora e danneggia, scompaia;
facciamo che si segua e si ispiri alle nobilissime idee espresse dal prosindaco di Udine ed allora saremo benvisi ovunque, non avremo più lotte civili ed indegne del secolo XX, e potremo celermente procedere al raggiungimento dei nostri scopi, alla rivendicazione dei nostri diritti all'eguaglianza sociale.
E pensando al giorno della nostra unione, dirò con Francesco Pucci:
Innanzi agli occhi desiosi già si delinea, ne l'avvenire non lontano, il sogno magnifico di resurrezione…
Zampilla intorno la vita… lungo i solchi, che il vomero forma ed il sudore abbevera, ne le pianure mefitiche, su pei monti ove indura il grano ai ricchi, … il sole irradia gloriosamente fecondo: il rumore dei germi si fonde in un bacio immenso…
Tutto un popolo d'ombre fatti uomini – forte de la sua coscienza civile – s'avvia… s'avvia…
Dove?
… A chiedere a la Vita le sue leggi; al Progresso le sue riforme; al Mondo intero la giustizia de' propri diritti."
Il nostro motto sia adunque. Abbasso il crumiraggio e organizziamoci!
Veritas»

 

24.09.1904 - numero 18

Pidocchi e cimici

«Crumiri di Bremerhaven – Lehe – Geestemünde.
I crumiri dell'elenco che pubblichiamo oggi sono tutti del comune di Enemonzo e frazioni dipendenti.

Enemonzo

1   Antonipieri Daniele 11 Marmai Giovanni Batta
2 Antonipieri Domenico 12 Maroè Francesco
3 Berton Leonardo 13 Menegon Luigi
4 Caradina Nicolò 14 Micheli Giovanni
5 Chianlon Luigi 15 Palmano Gottardo
6 Duratti Giovanni 16 Palmano Ignazio
7 Fachin Giovanni Batta     17 Palmano Evaristo
8 Gallo Giovanni 18 Simonetti Giov. Batta
9 Gallo Angiolo 19 Toson Giovanni
10 Marmai Osvaldo 10 Zanier Leonardo

Fraz. di Fresis

1   Burba Pietro 6   Fachin Marco
2 Burba Primo 7 Fachin Soldo
3 Chiaruttini Vittorio 8 Stefani Giovanni
4 Chiaruttini Riccardo         9 Stefani Domenico
5 Chiaruttini Soldo 10 Sopracase Eugenio        

Fraz. di Panni

1   Zanier Marco 3   Zanier Giovanni        
2 Zanier Antonio                  

Fraz. di Colza

1   Castellani Zaccaria         3   Castellani Ernesto
2 Castellani Luigi 4 Castellani Silvio        

Fraz. di Macaso

1   Toson Santo

Abbiamo assunte delle informazioni particolari intorno a questi crumiri di Enemonzo, ed abbiamo appreso che i muratori Antonipieri Daniele, il quale è anche proprietario di stabili, e Burba Pietro – tutti e due con figli – da molti anni si recano a lavorare appositamente dove vi è sciopero allo scopo di vendetta conto l'"Unione muraria" (n.d.r.. vendetta? E di che cosa?) come ebbe a dichiarare l'Antonipieri in pubblico durante lo sciopero di Kiel.
Notevole poi il fatto che tutti questi individui prima di recarsi sullo sciopero si trovavano in Dorstfeld ove avevano la cucina sul lavoro, l'orario di 11 ore al giorno e 45 Pf. all'ora di salario, e lavoro per tutta la stagione.
E costoro sono i medesimo che a detta di don Lupi avevano delle "bellissime idee sul contegno che devono tenere gli italiani all'estero per meritarsi la stima dei tedeschi".
Alla larga!

Crumiri di Königsberg.
Ai nomi già pubblicati bisogna aggiungere:

  • Della Pietra Valentino di Valentino - Rigolato Vuezzis
  • Di Sopra Michele di Giov. Batta -            "           "

 

Passaggio di crumiri
La settimana scorsa fu di passaggio a Berlino, reduce da Königsberg il crumiro Leonardo Prodorutti di Amaro in Carnia. Si è lamentato che nelle varie liste pubblicate finora è sempre stata data inesattamente la sua paternità: egli non è Leonardo Prodorutti di Giovan Batta, come fu messa nella prima lista, né di Giuseppe come nella rettifica, sibbene
Leonardo Prodorutti del fu Angiolo
Questa rettifica della rettifica era necessaria perché altrimenti Amaro non avrebbe potuto sapere con certezza quale de' suoi figli l'aveva onorata tanto là sui confini della Russia e forse tributati a qualche omonimo quelle lodi e quegli onori che egli si è meritato lottando per ben cinque mesi in favore de' padroni e contro quegli ingordi di operai che non sono mai contenti del loro stato e che vorrebbero far salire i salari ad altezze favolose.
Con lui viaggiavano il suo conterraneo Giuseppe Simonetti e i due Ortis Domenico e Girolamo e Daniele Peresson di Vito d'Asio.
[…]»

 

24.09.1904 - numero 18

Rettifica

«Missana G. B. di Casanova (comune di Tolmezzo) ci scrive da Bischolflack (Austria) che egli non ha nulla di comune col Missana G. B. segnato nella lista de' crumiri di Bremerhaven pubblicata nel N° 17 del nostro giornale; che egli non ha mai fatto il crumiro né in Germania né altrove, e che è organizzato da molti anni.
Da altra parte poi ci avvertono che nessuno de' Missana di Casanova si trova a Bremerhaven; pare che si tratti invece di certo
Missana G. B. di Vito d'Asio.»

 

08.10.1904 - numero 19

La sconfitta di Königsberg

«[…]
E così dopo 24 settimane di resistenza è terminata una delle più grandi battaglie che l'Unione muraria abbia dovuto sostenere, e combattura fino all'ultim'ora dai bravi operai edili di Königsberg con una pertinacia, un'energia ed uno spirito di sacrifcio che li rendeva ben meritevoli di miglior fortuna.
[…]
E le ragioni della sconfitta?
[…]
Ma la causa più importante è e resta l'incoscienza di centinaia di operai friulani – nelle ultime settimane erano più di 400 – che si erano gettati su Königsberg come su una preda lungamente desiderata, e che per recarvisi in moltissimi casi avevano abbandonato un lavoro sicuro e discretamente retribuito! Ed hanno poi lavorato in condizioni tali da richiamare non soltanto su di sé, ma anche sul loro paese, l'antipatia e il disprezzo di tutti.
[…]»

 

08.10.1904 - numero 19

Pidocchi e cimici

«Crumiri di Lehe

Piano piano andiamo completando la nostra listi di crumiri. Oggi è la volta di alcuni di
Costaberochia (Pinzano)

  • Zannier Antonio di Domenico, Falcin
  • Zannier G. Batta di G. Batta, Falcin
  • Simonutti Domenico fu Domenico, Titon
  • Simonutti Domenico fu Paolo
  • Simonutti Simome
  • Somonutti Francesco.

Questi ultimi due sono figli di certo Simonutti Giacomo detto Mestrac, il più ricco cittadino di Costabeorchia, e la cui fortuna viene calcolata a più di 300 mila lire.
Eppure con tutto questo ben di Dio non si vergogna a mandare i suoi due figliuoli all'estero a tradire gli scioperi e a far quella po' po' di bella figura che ormai tutti conoscono.
Questo caso tipico, assai più frequente di quel che non si pensi, lo dedichiamo al teologo don Longo, direttore d'un giornale bonomelliano di Torino, il quale due settimana fa difendeva il bonomellismo dell'ottima Patria di Friburgo in nome dei diritti della fame.
E l'ottima Patria che cosa ne dice di questa difesa di ciò che ella si ostina a negare?
Da gli amici mi guardi Iddio…»

 

08.10.1904 - numero 19

Voci friulane contro il crumiraggio

« Dapprima una voce d'Italia trasmessaci dal Segretariato d'Emigrazione di Udine:

Caro Segretariato!
Desidererei che tu dicessi una parola ai miei compagni di lavoro del comune di Forgaria, i quali non vogliono capire che noi operai dobbiamo cercare di emulare i nostri compagni tedeschi che sanno farsi valere e rispettare dai padroni coll'organizzazione ed applicandosi allo studio.
Ora abbiamo la vergogna di fare i crumiri e lo scorno di essere inferiori a loro e di non poter offrire che una mano d'opera bassa e quindi poco pagata; così io dirò che è necessario organizzarci bene coi compagni tedeschi ed anche di applicarci allo studio.
E invece siamo crumiri e restiamo ignoranti.
A Forgaria è stata da qualche tempo istituita una scuola serale di disegno per gli operai d'iniziativa del Sig. Pietro Pascuttini; a questa scuola, che è divisa in tre corsi, si può apprendere specialmente il disegno per le costruzioni. Ma quanti scolari-operai frequentano questa scuola finora? venti o ventidue soltanto e potrebbero frequentarla ben molti di più, poiché Forgaria, che è un centro di 4000 abitanti, conta centinaia di lavoratori emigranti. Perché non vanno a questa scuola quanti potrebbero e dovrebbero, giovani e vecchi? Io non lo posso spiegare, o meglio non voglio.
È un fatto che coloro che si astengono rimangono ignoranti ed emigrando non possono certamente che aspirare ai lavori nei quali si adopera la forza materiale, mentre se si applicassero allo studio potrebbero offrire un lavoro più perfetto e assai più vantaggioso.
Dunque tutti i compagni di Forgaria accorrano in massa alla scuola; non è col crumiraggio che possiamo sperare di vivere meglio, ma con l'istruzione e con l'organizzazione coi compagni tedeschi che ci stanno molto innanzi.
Forgaria 16 Settembre 1904
un emigrante di Forgaria
Kiel 25 Settembre 1904
Caro Operaio!
sono stanco e disgustato della brutta macchia che porta l'Italiano, e massimamente l'operaio della provincia di Udine. – Mi risento, mi duole il cuore, mi vergogno pure io, essendo di codesta provincia. La provincia di Udine è ormai diventata la riserva di crumiri. Da per tutta la Germania si estendono queste voci contro di noi!
Il nome di Italiano è diventato ormai così odioso a tutti che quando uno ci domanda a che terra apparteniamo bisogna arrossire benché non siamo tutti colpevoli.
Nel mentre quando alcuni ci domandasse si dovrebbe poter rispondere con orgoglio: Siamo Italiani!
Ma invece ci tocca abbassare la testa, e borbottare il nome di Italiano in modo che non lo possano capire. Che ve ne pare?
Cari Operai, il tempo fugge e non s'arresta un'ora; non stiamo a dormire, risvegliamo la mente, e procuriamo di riparare al mal fatto.
Facciamo in modo che il nome di Italiano non sia più disprezzato; bensì sia il ben venuto e il bene accolto da per tutto; e questo non costa nessuno sforzo. Organizziamoci e facciamo vedere anche noi, ai nostri imprenditori che sappiamo vivere, e non prendere il pane di bocca ai nostri colleghi tradendoli e peggiorando le loro condizioni di lavoro.
Or su, uniamoci tutti nell'organizzazione e sia il nostro motto: Uno per tutti e tutti per uno.
Viva la solidarietà.
Saluti fraterni
Ferd. Marcon fari

 

08.10.1904 - numero 19

Rettifiche

«Il signor V. Menegon di Amaro e il compagno Zannier Ferdinando di Giov. Batta, nato nel comune di Pinzano al Tagliamento frazione di Costabeorchia, dichiarano di non aver nulla di comune cogli omonimi pubblicati come crumiri nel N° 17 dell'"Operaio italiano".»

 

08.10.1904 - numero 19

Piccola posta

«[…]
Emigrato di Rigolato. Al prossimo numero. E così pure a tutti gli altri che ci hanno inviato delle corrispondenze.»

 

22.10.1904 - numero 20

Lasciando il martello… Istruzione e crumiraggio

«Lettera aperta al Sindaco di Rigolato.

Egregio signore!
Gratissimo pe' nobili sentimenti che dimostrate verso la classe alla quale mi onoro di appartenere, e convinto che le sferzate morali colle quali giustamente avete colpiti quegli operai che sono sempre refrattari alle nuove correnti d'idee che traversano il mondo, e che colla più evidente mala fede tradisco i loro compagni di fatica in lotta per procacciare a sé e agli altri delle condizioni di lavoro più umane e decorose, attirando così sul capo di noi tutti, colpevoli e non colpevoli, il disprezzo e l'antipatia delle popolazioni operaie colle quali dobbiamo vivere e lavorare, non mancheranno di portare i loro frutti, permettetemi che a mezzo di quello stesso giornale che si è fatto portavoce del disgusto che giustamente provaste nell'apprendere che i crumiri che disonoravano la loro patria a Königsberg i. P. erano in prevalenza del nostro comune, vi presenti alcune considerazioni atte, se non propriamente a giustificare o ad attenuare, a spiegare almeno la condotta di quegli incoscienti, assai più infelici che cattivi.
La vera radice del male è l'ignoranza! Voi sapete bene, egregio signore, in quali condizioni tristissime i nostri operai vadano all'estero, strumenti ciechi nelle mani di certi furbacci, più vampiri che uomini, rasseganti ad ogni privazione e disagio, dopo aver trascinato in paese un'esistenza meschinissima, priva d'ogni conforto e d'ogni incentivo atto ad elevarne l'intelligenza ed il morale.
È l'ignoranza quindi che va combattuta con tutti i mezzi disponibili e colla massima energia, se non si vorranno più vedere gli spettacoli dolorosi ed umilianti di cui è stato quest'anno teatro Königsberg i. P., l'anno scorso Bromberg, due anni fa Kiel… e così di seguito.
Ma tutto sarà inutile, e vane saranno le proteste di un unico membro del consiglio comunale di Rigolato fino a tanto che questo rifiuterà agli operai un locale per impiantarvi durante i mesi invernali una scuola serale, nella quale essi possano perfezionare alquanto quel po' d'istruzione che hanno ricevuto nelle classi elementari, imparare a distinguere i loro veri interessi e quale condotta debbano tenere all'estero per essere rispettati e ben visti, per concederlo invece, come avvenne l'inverno scorso, ad una società di filodrammatici perché possano studiare più comodamente le commedie che vogliono rappresentare sul teatro, come se il divertimento di pochi avesse più importanza dell'istruzione di molti.
Perdoni, egregio signore, la mia franchezza, ma con tutto il rispetto che ho per quel consesso, a me sembra che tale deliberazione sia frutto di quelle medesime condizioni nelle quali, come accennato sopra, ripete la sua origine il brutto fenomeno che tutti deploriamo.
Dunque combattiamo l'ignoranza in tutte le sue molteplici forme e dovunque si annidi senza riguardo a persone, ed è certo che verrà il giorno in cui il crumirismo rigolatese non sarà più che un ricordo.
Con animo grato mi segno
suo compaesano
emigrato a Freiburg (Baden)»

 

05.11.1904 - numero 21

Pidocchi e cimici

Crumiri di Bremerhaven – Lehe – Geestemünde.
«Ecco una nuova lista di "volenterosi" de' quali però non ci è stato possibile di stabilire i comuni ai quali appartengono, ed in certi casi neppure l'esatta ortografia del nome:

Peressini Angiolo          Pransia Ernesto         
Pasina Lestima Picarzi Girolamo
Faribes Simotto Picarzi Paolo
Faribes Giovanni Picarzi Gurano
Faribes Federigo Picarzi Giovanni
Bellini I Farbero Camillo
Bellini II Farbero Federigo
Timens Pio De Prato Luigi
Corda Giovanni Ramoni ?
Raggio Tullio Bonanni ?
Fabrici Luigi Morino R.
Peretti Giovanni Cimolini Santo
Pranzia Emilio  

Crumiri di Königsberg i. P.

  • De Antoni Giulio di Comeglians  Margo
  • Verzim Giuseppe di Ovaro   Entrampo

 

Quale è il comune più crumiro?
A questa domanda abbiamo già risposto da lungo tempo; è il comune di Rigolato. Però per essere giusti bisogna pur dire che non tutto il comune è infetto dalla lue crumira; né tutte le numerose frazioni che lo costituiscono nella medesima misura.
La frazione di quel comune che proporzionalmente al numero di abitanti in fatto di crumiraggio porta la palma su tutte le altre è quella di Givigliana, la patria, se non erriamo, del papà de' crumiri Antonio di Sopra.

[…]

Una Protesta
Il signor Giacomo Simonutti Mestrac di Costaborchia di Pinzano al Tagliamento, cui è toccata la sventura di avere due de' suoi figlioli crumiri in Bremerhaven ci scrive una lunga lettera di protesta, nella quale afferma che la sua sostanza non è di 300.000 lire ma di molto meno (N.d.R. Pare che si tratti di 30.000 lire, stando a ciò che viene asserito da altra parte) che egli nei lunghi anni che ha lavorato in Stiria (Austria) non ha mai fatto il crumiro e che neppure ha mandato i suoi figlioli a Lehe-Bremerhaven.
Non abbiamo difficoltà di credergli quantunque le nostre informazioni provengano da una fonte assolutamente ineccepibile. D'altra parte il dire che egli possiede una sostanza calcolata a 300 mila lire non è un'offesa; tutt'al più in Italia può essere pericoloso pel fisco. E quanto ai figlioli quando torneranno a casa ne' mesi invernali insegni loro un po' meglio di quello che non abbia fatto pel passato quale è il contegno che debbono serbare all'estero di fronte ai loro colleghi e compagni di lavoro.»

 

19.11.1904 - numero 22

Scioperi, boicotti e serrate

« Germania

[…]

  • Regno di Sassonia

Lipsia (boicottate le costruzioni ferroviarie degl'imprenditori Risse e Lingsleben di Halle; Berndt di Dresda e Daniele Marin di Spilimbergo. Falkenstein i. W. (boicottato V. Baumann)

[…]»

 

19.11.1904 - numero 22

Collaborazione operaia

«Da Kapfenberg in Stiria (Austria), ove il nostro giornale ha pure de' lettori buoni e fedeli, riceviamo le seguenti notizie e considerazioni, e ben volentieri le pubblichiamo.

Caro "Operaio".
Anzi tutto bisogna che ti dica che anche in questa parte dell'Austria alla quale da più di 40 anni l'Italia fornisce i muratori e i braccianti edili che le occorrono, cominciano fortunatamente a sentirsi gli effetti della propaganda fatta negli ultimi anni in Italia, e moltissimi operai che finora erano assidui lettori dell'Amico di Trieste, del Piccolo Crociato di Udine, e negli ultimi tempi di un giornale del medesimo calibro uscente a Friburgo nel Baden detto La Patria si sono dati alla lettura di altri giornali, meno religiosi, ma aventi una comprensione più netta de' bisogni della classe lavoratrice. Anche qua si comincia ad aprire gli occhi! Ne era tempo, perché le condizioni de' lavoratori sono meschine quanto mai! I muratori, per esempio, guadagnano in media Corone 2,90 al giorno. Un giovanotto solo tanto tanto se la cava; ma come può vivere un capo famiglia con 3 figli? Calcolando tutto, alloggio, vitto, abiti, riscaldamento, illuminazione, medico, ecc. non basterebbe neppure il doppio. Quindi miseria sopra miseria.
E che dire poi se il capo di famiglia ha la disgrazia di restar vittima di qualche infortunio, ciò che nel nostro mestiere capita così spesso?
Basta pensare a ciò per avere un'idea chiara dell'infelice sorte che tocca a noi poveri operai, specialmente quando siamo costretti a cercare il nostro pane all'estero.
Gli sfruttatori, i succhioni che sono in fondo causa di tutto il malanno non si muovono! Hanno il cuore più duro di quella montagna di pietre e voragine di milioni che è il nuovo palazzo di giustizia a Roma, che ne ha già costati 28 e che probabilmente prima che sia finito ne ingoierà altri 10 o 12. Ma svegliatevi una buona volta, o operai italiani, entrate in quelle organizzazioni che sono culla di civiltà e progresso, e unica arma di difesa contro le prepotenze e gli sfruttamenti padronali.
Uniti in un sol fascio sarete forti abbastanza da dichiarare la guerra a tutti i succhioni – e sono tanti – che intendono di vivere alle vostre spalle, calpestando i vostri diritti.
Questo dice un collega e un compagno!
G. di Sopra d. Mco.
Stalis»

 

03.12.1904 - numero 23

Agitazioni e scioperi. Muratori

«In Königsberg i. P. il "Consorzio degli imprenditori e padroni edili" ha notificato per mezzo del suo presidente Paolo Lauffer che dal 19 Novembre in poi i suoi membri non assumeranno più in lavoro muratori che faccian parte dell'Unione centrale muraria, causa dispareri sorti intorno alla nomina dei componenti la Commissione di conciliazione.

Evidentemente non si tratta che di un pretesto! Il signor Lauffer ha giurata la morte della sezione locale dell'Unione muraria e non essendogli riuscita l'impresa mediante la serrata di quest'anno vuol seguitare la lotta anche durante l'inverno e forse l'anno prossimo, e chi sa se non abbia anche presi già gli accordi coi Gortana, i Pividori e i Pontelli che quest'anno gli hanno resi de' servigi così preziosi. Ma abbiamo fiducia che la propaganda attiva de' nostri amici della Provincia d'Udine saprà frastornare i disegni del Lauffer e compagni, e che se anche certi capi gli hanno promessa nuovamente la loro cooperazione non trovino più de' gregari disposti a seguirli.

Due anni di seguito nel medesimo luogo l'infamia sarebbe troppo grande e giustificherebbe qualunque rappresaglia per parte della povere vittime!»

 

17.12.1904 - numero 24

Pidocchi e cimici

Crumiri friulani allo sciopero di Altwasser – Waldenburg

«Capo crumiro Eugenio Gotti di Pinzano al Tagliamento. Ed ecco la lista degli altri divisi per comune:

  • Pinzano al T.
1   Bonin Antonio        8 Del Basso Giov. Batta          
2 Bonin Giuseppe 9 De Gasperi Francesco
3 Bonin Giovanni 10 Fabris Giovanni
4 Campeis Giorgio 11 Gotti Pietro
5 Campeis Pietro 12 Macor Pietro
6 Chieu Antonio 13 Scatton Franz
7 Del Basso Giacomo    14 Urban Valentino
  • Ragogna
1   Brandolini Pietro         4   Pelisch Giuseppe          
2 Lizzi Giov. Batta 5 Pelisch Sante
3 Lizzi Pietro    
  • S. Daniele
1   Paganutti Franz         3   Zuliani Pietro         
2 Vidoni Andrea    
  • Forgaria-Flagogna
1   Clemente Antonio      3   Clemente Albino          
2 Cedolini Giovanni          
  • Spilimbergo
1   Zavagna Costante        

In tutto sono 27 che hanno fatto andare a monte lo sciopero di Altwasser.

La lista è esatta perché compilata dal capo Eugenio Gotti medesimo, il quale pure è responsabile degli eventuali errori di ortografia nelle trascrizione de' nomi.

Gli scioperanti domandavano 35 Pf. all'ora di salario, con un aumento di 5 Pf. per le ore straordinarie, notturne, festive e pe' lavori eseguiti nell'acqua e l'orario di ore 10 al giorno. Al signor Eugenio Gotti che ricordiamo presente ad una conferenza tenuta al suo paese nel Gennaio scorso domandiamo: Erano esagerate le pretese?

Lo sciopero di Altwasser-Waldenburg è costato all'Unione muraria M. 3890,15 senza contare le perdite in salari, ecc.»

 

31.12.1904 - numero 25

Pidocchi e cimici

«Ursus insieme alla corrispondenza da Kappelrodeck pubblicata in altra parte del giornale c'invia anche l'originale d'una lettera dell'ex-fiduciario della sezione di Ottenhöfen Giovanni Pillin di Castelnuovo del Friuli in data del 12 Ottobre scorso, cioè al tempo dello sciopero degli operai della ditta Kiederle a Grafenhausen colla quale invitava uno scalpellino suo conoscente a raccoglier gente e a recarsi a lavorare nella cava boicottata, cioè, né più né meno, cercava d'ingaggiare de' crumiri. In una nota poi Ursus aggiunge che il detto Pillin è diventato ora un ardente bonomelliano e che è, si può dire, il maggior amicone che i preti della Patria di Friurgo contino da quelle parti.

Non lo invidiamo loro!
Ricordiamo questo Pillin ardente propagandista per l'organizzazione, fiduciario della lega degli scalpellini di Ottenhöfen, delegato al congresso di Erfurt, ove non si stancava di ripetere che bisognava essere più energici contro i preti e offriva del materiale per un paio di articoli a proposito della visita a Waldulm di un delegato dell'Opera di assistenza.

Di ritorno, poche settimane dopo il congresso, dové abbandonare la carica per motivi di natura assai delicata.

Dopo in invece di riconoscere il suo torto e tentare di riabilitarsi nell'opinione de' suoi colleghi si è fatto radiare per morosità. Ed ora la lettera in parola ce lo rivela cercatore di crumiri e traditore de' suoi compagni nonché… bonomelliano!

È su per giù la medesima parabola percorsa dall'Avv. Tagliacarne – alias Picchioni – e dall'onesto Olivetti! Anche il Pillin come già il primo dopo le truffe e le condanne in Italia e il secondo dopo l'espulsione dal circolo socialista di Ginevra per motivi pure delicati, era maturo pel bonomellismo!

Buon prò!»