NOTE SULLE CONDIZIONI DEGLI ABITANTI DI SAURIS E COLLINA

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Scarica questo file (Note sulle condizioni degli abitanti di Sauris e Collina.pdf)Note sulle condizioni degli abitanti di Sauris e Collina[da C. Lombroso, Pensiero e meteore, 1878, p. 213-227]294 Downloads

 

Cesare Lombroso, Pensiero e meteore

Sopra 1300 m.
del Prof. G. MARINELLI di Udine1

 

Sauris è un comune di montagna (appartenente al distretto di Ampezzo), che per circa 30 chilometri quadrati si estende sulla riva sinistra del Lumiei, torrente che presso Socchieve, sbocca nel Tagliamento. La maggior parte del territorio è prativo, senza che vi manchino boschi, mentre la parte coltivata a grano (frumento, segale ed orzo), a patate, a saraceno o a fava è in piccolissima quantità.

Geologicamente il terreno apparterrebbe alla formazione gessifera del Trias inferiore, che presenta anche qualche filone di solfo nativo; né mancano arenarie micacee e terreno erratico di un antico ghiacciaio ivi scendente dal Clapsavon o dal Tinizza.

L'altimetria dal territorio presenta questi estremi: da circa 1000 metri sul mare, e ciò lungo il thalweg del Lumiei, a 1900 metri, e ciò presso le vette, rivestite di pascoli, di pini mughi e di ontani, dei monti Pieltinis, Novarza e Morghendleit2. Però i luoghi abitali sono posti alle seguenti altezze:

La Maina 940 m.
Sauris di Sotto 1218 m.
Latteis 1260 c.a
Sauris di Sopra 1399.

La popolazione, secondo l’ultimo censimento, ammonta ad abitanti 746; senonché da quell’epoca, s’è alquanto aumentata, come vedremo, e si distribuisce nel modo seguente :

Latteis e Maina 147 abit.
Sauris di Sotto 312  »
Sauris di Sopra 287  »

Nel 17 Agosto 1873, erano 814, di cui 402 maschi e 412 femmine.

Il clima è freddo; però mancano affatto dati accertati mediante serie osservazioni meteoriche.

Dirò solo che si semina frumento, orzo e segale (assieme) in Aprile e Maggio, e si raccoglie appena agli ultimi d'Agosto, di solito in Settembre e talvolta in Ottobre. Si nota altresì una differenza di tempo fra la messe di Sauris di Sotto e di Sauris di Sopra, talvolta anche di 15 giorni.

Di solito la neve cade ai primi di Novembre, e le ultime nevi anche in Aprile, ma se ne videro in Giugno (1871), ed anche in Agosto. Di regola si cammina sulla neve da Novembre a tutto Aprile.

Nella chiesa di Sauris di Sopra notai una striscia rossa colla scritta:

1533 a dì 23 Aprile fu la neve fin . . . (qui?)

Indi più sotto :

sorse alla ult  m  Aprile
fu la neve l’ultimo PAL Aprile fino al segno.

Ora il segno più alto dista da terra metri 4 ½.

Gli abitanti vivono di agricoltura e di pastorizia. I loro cibi comuni sono pane di frumento e segale, polenta (senza sale), di cui provvedono la farina al piano, fave, ceci, patate, carne salata o fumata, latticinii. Amano di preferenza (specie le donne) rimpinzarsi di cibi farinacei.

Il territorio non basta alla popolazione, che emigra circa nel rapporto di 1/15 all’anno.

La lingua che parlano gli abitanti di Sauris è un dialetto tedesco, che io non dubito di assegnare alla divisione dell'alto tedesco (hoch deutsch); ma sul quale non ho proseguito tanto i miei studi da poterlo meglio classificare. Fin d’ora però avrei cagione di asserire che esso si assomiglia molto ai dialetti tirolesi, e più che agli altri, a quelli del Pusterthal (Pusteria-alta, valle del Dravo e del Rienz), con una forma più arcaica e con una certa assimilazione di frasi e voci italiane e di preferenza friulane.

All’uopo di dare una più diretta nozione sul vernacolo di Sauris, dalle mie note ricopio il Pater Noster, quale mi fu dettato dal Parroco del luogo, Don Giorgio Plotzer. (Scrivo con ortografìa italiana).

Unser Faiter, das du pist in Itimm .l: veare gehailiget decinnome: komme üns zu dain Raich: dain Ville geschehe vie im Himm .1, also glaich auf .r Erde: gebe üns haite dain tagliches Broad: und noch lasse üns ünsere Schulden, vie vir glaich sie nach lassen ünseren schuldighern: und lasse üns nicht unfechten: aber erlease üns von übel. Amen.

Se questo saggio fosse insufficiente, io tengo nelle mie note qualche centinajo di vocaboli del dialetto di Sauris, raccolti quivi da me medesimo e che potrebbero servire quale materiale a più fondato giudizio.

Dal dialetto, dai costumi, dal tipo adunque, i Saurani (cosi li chiamano in Friuli Saurans), appaiono evidentemente spettanti alle popolazioni tedesche, ed anche dell’alta Germania e dagli etnografi dei tempi scorsi sarebbero forse posti (come lo furono da alcuni dei recenti) fra le schiatte cosidette cimbriche.

Più prudente è oggi astenersi da qualunque giudizio sulla origine dei medesimi. Io mi limiterò a dire, che finora non ho risparmiato studi sulla loro provenienza; ma che non posso andare più in là dell’accennare come una loro tradizione li faccia derivare dal Pusterthal, dove, fin alcuni anni addietro, andavano ogni anno, regolarmente, in pellegrinaggio, e come il più antico documento di loro che io e gli amici intelligenti e cortesi, che mi aiutarono nelle ricerche intorno a Sauris, conosciamo, risale solo al 1280 e ricorda come Avardo, figlio del q.m D. Raypreto di Socchieve, riconoscesse avere in feudo dalla Chiesa di Aquilea: unam airam de Spareveriis in contrata de Sauris.

Più oltre oggi non è possibile andare. Vedremo se nuove ricerche o studi più diligenti potranno sciogliere l'enigma.

Prima però di procedere a dar risposta ai quesiti postimi, credo doveroso di aggiungere come, durante il medio Evo ed anche il moderno, in Sauris esistesse un santuario frequentatissimo dedicato a S. Osvaldo Re di Northumberland e come ivi si pretenda di avere un dito del santo. Aggiungo che il culto di S. Osvaldo è molto diffuso vuoi a Sappada, vuoi presso i Tedeschi limitrofi.

Ed ora passo alle domande mossemi:

  1. In genere gli abitanti di Sauris posseggono indole più mite e maneggevole dei confinanti. A Sauris di Sopra sono però alquanto più maneschi e violenti che non a Sauris di Sotto.
  2. Sono alquanto più tardi d'intelligenza di quelli delle circostanti vallate.
  3. Sono altresì meno vivaci.
  4. Sembra abbiano sufficiente attitudine agli esercizi muscolari. Però qui il giudizio è molto difficile a motivo del fatto che il genere dei lavori di cui essi si occupano, non è confrontabile con quello dei comuni limitrofi dei due Forni, di Ampezzo e di Prato Carnico. Siccome a Sauris non si può giungere se non a piedi o a mulo, così le derrate alimentari non vengono se non portate a spalla. Ora in tale lavoro essi si servono delle donne di Ampezzo. Contuttociò appaiono robusti; però in proporzione più gli uomini, che le donne, le quali, a motivo dei cibi farinacei e ricchi di fecula, di cui si caricano lo stomaco, ingrassano bensì, ma rimanendo poco robuste e di fibra floscia.
  5. Sembrano meno disposti alla Venere dei limitrofi e le donne mancano molto di rado alla fedeltà conjugale. Dipende dalla razza, dai cibi, dal maggiore sentimento religioso, dalle minori occasioni?
  6. Intorno alla prolificità dei Saurani, le persone da me interpellate inclinavano a pronunciarsi asserendo che la popolazione di Sauris stenta molto a crescere, anzi va diminuendo. Già in altre epoche dai registri parrocchiali superstiti, io aveva ricavato il numero dei nati e dei morti in varie epoche e adesso riporto in via sommaria i risultati di quei dati allora raccolti, all'uopo di risparmiare una filza di numeri.
    Nel decennio, media annua delle
     Nascite  Morti
    dal 1758-67 11,9 10,1
    » 1768-77 12,1 13,7
    » 1778-87 11,8 ?
    » 1788-97 14,4 ?
     
    » 1850-60 18,8 13,7
    » 1865-74 27,2 16,2

    Dal che si può dedurre due cose: a) che nel secolo scorso la popolazione del luogo doveva essere molto più scarsa di oggi e forse non superava i 350 o 500 abitanti3, b) che allora il rapporto fra i nati ed i morti era molto più basse di adesso, il che può derivare da varie cause, le più, ignote, ma fra cui forse non ultima la miseria, nella quale devono essere stati gittati gli abitanti del villaggio di Sauris di Sopra in seguito alla sua distruzione avvenuta per incendio nell’11 Novembre 1758.
    Nell’ultimo novennio il rapporto dei nati coi morti sta come 1,67 : 1,00.
    Ora questo numero, che, a memoria, mi sembra ben più alto dell’analogo rappresentante lo stesso rapporto pel regno d'Italia, in realtà è al disopra dell’analogo tolto dal registri del limitrofo comune di Ampezzo, pel quale nel novennio 1867-75 si ha una media annua di 68,0 nati e 43,8 morti, cioè il rapporto di
    1,55 : 1,00.
    Ciò dunque esclude il giudizio, fatto così a caso dalle persone che prime mi diedero informazioni, e mostra come l’aumento della popolazione di Sauris sia molto notevole anche ad onta della consanguineità dei matrimoni e della poca disposizione alla Venere (o forse a motivo di questa ultima causa).
  7. Il medico, che da molti anni cura i Saurani, (Dr Pier Elia Benedetti di Ampezzo) rifugge per sistema dal salasso e lassù più che mai, perché vi ha notato più forte che altrove un'azione deprimente. Non ha invece riscontrato lo stesso fenomeno a Forni di Sopra (m. 903 sul livello del mare), dove si sopportano molto di più le cavate di sangue. Questa minore tolleranza del salasso presso gli abitanti di Sauris, si verifica specialmente nelle donne, appunto a motivo degli amidacei (patate, saraceno, granturco) di cui vivono quasi esclusivamente.
  8. Come naturale deduzione, si deve riconoscere in essi una maggiore disposizione alle anemie e più che mai nelle donne.
  9. Sono altresì più facili all’emorragie e specialmente le puerpere. Vi si nota altresì una grande predominanza di affezioni cardio-vascolari e ipertrofie di cuore, per cui emoftoe e non infrequenti idropisie.
    Gli stessi fenomeni non si notano a Forni di sopra.
  10. Per ciò che riguarda le dispepsie, non si rileva alcuna differenza cogli abitanti di paesi posti più al basso.
  11. Riguardo all’altezza dei Saurani, dirò che non si fecero finora misure dirette. I lavori antropometrici del signor co. Ant. di Prampero, dedotti dalle misure dei coscritti riguardano una circoscrizione più ampia che non sia quella dei comuni. Così a occhio io direi essere i Saurani più alti di statura, generalmente, dei finitimi Carni, i quali sono di statura bassa a confronto della media friulana. Le donne sono piuttosto grasse.
  12. Sono di solito più biondi dei Carni. Però vi si notano molte chiome castagne ed anche corvine. Dei comuni limitrofi il biondo prevale decisamente a Forni di sopra, dove le chiome fulve dominano forse a motivo dei contatti e mescolanze coi limitrofi Cadorini.
  13. La questione della forma del cranio è addiritura insolvibile per me, ignaro dei modi, con cui potrei affrontarla e mancante dei mezzi necessari e della opportunità. Un giudizio, che mi son fatto ad occhio ed al quale non attribuisco se non un valore assai limitato, mi farebbe ritenere il cranio carnico, di forma piuttosto rotonda, brachicefalice e piuttosto grande e il mento grande, appuntito e sporgente; la bocca larga e fornita di denti grandi e di labbra piuttosto grosse. La mascella inferiore si protende alquanto all'infuori in modo da fare sporgere il labbro inferiore, non però cadente. Il naso è spesso aquilino, talvolta diritto di una singolare purezza. Gli zigomi alquanto rilevati e la fronte sporgente. Gli occhi variano per tutte le tinte; invece nella tinta dei capelli prevale la castagna e la bruna, ovunque, meno dei due Forni Savorgnani. La tinta della pelle è bianco tendente al bruno.
    Da questo differisce affatto il cranio di Sauris, ch'è un vero cranio tirolese o carintiano, quale mi colpì tutte le volte che nelle mie escursioni alpine, mi occorse di vedere una processione nei paesi posti lungo la valle del Drau.
  14. Non posso del pari rilevare una differenza fra il torace di Sauris e il carnico. Questo (ciò che contrasta collo sforzo diuturno dell'ascendere) è piuttosto piatto di quello che sporgente, abbenché ampio e le spalle quadrate. Solo queste ultime mi sembrano nei Saurani alquanto meno rilevate.
  15. Di regola gli abitanti di Sauris da lungo tempo sono in uno stadio di mediocre condizione, che permette loro un certo benessere. Non vi si trova nessuna famiglia veramente ricca; mentre nei Carni il fenomeno dell’arricchirsi di alcune famiglie è comune, sicché nel capoluogo di provincia (Udine) parecchie famiglie appartenenti all’aristocrazia del denaro sono oriunde dalla Carnia.
  16. Non danno la preferenza a veruna industria; però in generale si dedicano alla pastorizia.
  17. In loro predomina fortemente il sentimento religioso e con esso anche le superstizioni. Il Carno è molto meno credente. Del resto una ragione di tal fatto può ricercarsi nell’isolamento in cui i Saurani vivono da ogni contatto sociale. Per giungere a Sauris è duopo percorrere a piedi non meno di 5 ore di cattivo sentiero mulattiero, da qualunque delle cinque o sei vie, che vi conducono, vogliasi arrivarvi. Di più ho accennato come un tempo il frequentissimo santuario, colla folla dei devoti, vi arrecasse tutt’altro che progresso e tolleranza.
  18. Uomini distintissimi non ebbero. Però mostrano attitudine a dare sviluppo alle facoltà loro intellettuali quasi quanto i Carni, che li circondano, i quali essendo pure forniti di distinta intelligenza diedero rarissimi uomini celebri e nessun poeta. Sauris ebbero i natali uno o duo professori, fra cui uno (D. Gius. Trojero) distinto nelle matematiche discipline e molti piovani. Però la ragione di questa scarsezza di uomini di merito potrebbe anche derivare dalla scarsezza dei mezzi, per cui nessuno di loro studia altrimenti che per battere la carriera sacerdotale.

Concludendo: Le differenze che si riscontrano fra gli abitanti di Sauris e i Carni, che li circondano sono in genere difficilmente rilevabili o per lo meno in buona parte contestabili. Quelle stesse poi, di cui non è lecito dubitare, possono essere derivate da cause diverse, che non sia l’altezza sul mare e fra queste annovero la schiatta, la qualità dei cibi, la qualità delle occupazioni, lo isolamento in cui vivono.

È particolarmente alla razza che io crederei di attribuire buon novero delle differenze notate, o per lo meno attribuirei a tale elemento una influenza notevole tanto più in quanto che essa è difficilmente depurabile dagli altri fattori ed esprimibile isolata.


Collina è una piccola frazione del Comune di Forni Avoltri (distr. di Tolmezzo) posta sul bacino del torrente Moraretto, affluente del Degano, a sua volta tributario del Tagliamento. È alla lat. sett. di 46° 35' e alla longit. E, di Roma 0° 22'.

La valle in cui giace è stretta e franosa; ma pur coperta nella sua parte inferiore da folta vegetazione di conifere, specialmente di abeti, non mancando però i larici, e, fra gli alberi a foglie larghe prevalendo i faggi ed i frassini. Essa è intagliata nel terreno paleozoico, ma è riempiuta da materiale caotico adesso terrazzato, proveniente in altri tempi da morene scendenti dalle vette superiori o insinuate da valle a monte. La parte superiore della valle, una delle più fortemente inclinate delle Alpi Carniche, si spinge, mediante pascoli alle gole di Plumbs (1800 m.?) di Gola Bassa (2027 m.) e del Volaja (1989 m.), di cui le due prime la collegano colla valle del T. But, altro affluente del Tagliamento, e l’ultima, attraverso la catena di spartiacque, conduce nel Gail, che pel Dravo porta le sue acque al Mar Nero.

A tramontana di Collina questa catena di spartiacque presenta già vette elevate intorno ai 2400 e 2500 m., ma poi ad oriente del passo del Volaja si presenta il gruppo più alto delle Carniche, quello formato dal M. Collians, da me la prima volta misurato quest'anno e trovato alto ben 2801 m., indi dal Kellerwand, alquanto più elevato e finalmente dal Pizzo Collina (m. 2723). A mezzogiorno di Plumbs col M. Crostis (2250 m.) comincia una catena che corre parallela alla valle, finché scende al Degano presso al confluente del Moraretto.

La maggior parte del territorio è a foresta; però vi sono abbondanti e grassi pascoli; mentre scarsa è la zona coltivata a frumento, orzo, patate e canape.

L’altimetria della valle è varia. Comincia a 750 m.; finisce a 2000 m., colle selle, a 2300 m., colle vette. Però il paese di Collina è a circa 1255 m.; mentre quello Collinetta è circa 50 metri più basso. Una nuova livellazione da me praticata quest'anno mediante il barometro Fortin mi diede appunto questi risultati.

Gli abitanti, secondo l'ultimo censimento, sommano a 250, divisi quasi egualmente nelle due borgate di Collina e Collinetta fra loro distanti forse mezzo chilometro.

Il clima è freddo, ma, come a Sauris, mancano affatto osservazioni meteoriche serie. Da circa un anno io però ho potuto quivi fondare un osservatorio pluviometrico, dal quale finora mi sembra ricavare che a Collina piova meno e nevichi di più (ma non molto più) che nel resto della Carnia. Dal Gennaio all'Aprile vi caddero circa 2300mm di neve e l’ultima neve fioccò il giorno 30 di Aprile.

Del resto la vegetazione procede analogamente a quello che abbiamo visto succedere per Sauris.

Gli abitanti vivono di pastorizia, di agricoltura, ma soprattutto facendo i boscaiuoli. Parte di loro emigrano in Germania, tornando annualmente in casa. Loro cibi consueti sono polenta di granturco (senza sale), pane di frumento e di segale, latticini, carne salata o fumata, patate, fave, baccelli, fagiuoli.

Il paese non comunica coi limitrofi, se non mediante sentieri pedonali, di cui il più breve, che conduce al capo comune, Forni Avoltri, è ancora lungo due ore. Si mescolano però coi confinanti molto più che non facciano quelli di Sauris.

Qua non posseggo i miei libri di note sul dialetto di Collina, sicché è d'uopo che m'accontenti di dire intorno ad esso quello che la memoria mi concede. Essi parlano una varietà del dialetto friulano che senza questione spetta alla sezione carnica e somiglia a quello che generalmente si parla nel cosidetto canale di Gorto o Val del Degano, alla quale Collina appartiene. Però ciò che fra altre divergenze mostra una notevole differenza fra i dialetti carnici del canale e quello di Collina è:

  1. il cangiare che fanno i Collinolti in o tutte le lettere che in carnico sarebbero a ovvero e.
      Es. Collina in carn. è Colline o Culine
    in collinotto è Culino, con un'u molto stretta quale si ottiene stringendo e spingendo in fuori le labbra, e con un’i allungatissima.
      Moraretto, carn. Morarèt, collin. Morarîot
      Polenta,    »   polente,    »   polento
    Avverto che le terminazioni in o si riscontravano frequenti nel friulano del 1400.
  2. L’s si pronuncia schiacciato e strisciante in modo insolito fra noi.
      Es. in carn.  Sèso vignùd? (Siete venuto?)
       »  » collin. Scèso vügnûd?
  3. L'i ha molta somiglianza coll’ü lombardo o franc.
  4. Vi si nota l’intromissione di qualche parola straniera (tedesca), molto di rado reperibile nel friulano. Adesso non potrei citare esempi di ciò, che attribuisco all’emigrazione.

Del resto tutti questi fatti e queste varietà non tolgono che Collina non sia abitata da un gruppo di famiglie esclusivamente carniche e le differenze del dialetto dipendono da un lato dalle difficili comunicazioni e dall’altro da una recente corrente di emigrazione verso la Germania attraverso la Carinzia, alla quale il villaggio è limitrofo.

Passo quindi ai quesiti:

  1. Non sembra che vi sieno notevoli divergenze fra la docilità degli abitanti di Collina e quella dei comuni limitrofi.
  2. Non puossi dire se più intelligenti degli altri; certamente intelligentissimi sono e pronti al pari degli altri Carnici, che già appariscono d'ingegno acuto per sé.
  3. Sono molto vivaci, allegri e coraggiosi.
  4. Sono molti atti agli esercizi muscolari. In genere la carica che prende una Collinotta è maggiore di quella che porta una donna della valle. Per esempio di solito le donne di Collina prendono a Rigolato da 45 a 55 e, perfino, a 60 chilogr. di grano e con quello salgono i 500 m. di ripidissima ascesa che forma il sentiero che passa presso Givigliana in circa 1 ora e mezza. È una cosa incredibile. Di più gli uomini sono in gran parte dediti al lavori del boscaiuolo, lavori, che esigono una grande robustezza, ed è altresì a tale mestiere, che si dedicano quasi tutti gli emigranti da Collina, di preferenza a qualunque altro paese. Le guide e i portatori Collinotti, che io provai nelle escursioni alpine, furono sempre fra i più robusti, di cui abbia memoria.
  5. Intorno alla disposizione alla Venere, le mie informazioni sono contradditorie. La fama dei Collinotti e delle Collinotte presso gli abitanti dei dintorni è che sieno proclivi agli amplessi e di questo avviso sono anche i medici. Invece gli abitanti di Collina respingono decisamente tale accuso.
  6. Una straordinarietà nella prolificazione non si nota; però sembrano piuttosto prolifici considerando l’aumento rapido della popolazione in questi ultimi anni. Io però non ho potuto finora procurarmi dati statistici che meglio chiariscano tale questione. In genere fra loro sono rari i nato-morti e rare le operazioni ostetriche.
  7. Di solito il medico (D. Antonio Magrini di Luint) in queste regioni non si presta facilmente a salassare; però si nota una grande tolleranza pel salasso ed anzi molte volte viene perseverantemente e pertinacemente ricercato.
  8. Sono pochissimo anemici; anzi dotati della massima energia, sì gli uomini che le donne, prevalendo le masse fibrinose alle sierose.
  9. Sono però più facili all’emorragie di quello non sieno gli abitanti delle circostanti sottoposte vallate.
  10. Le loro funzioni digerenti si riscontrano energiche e pronte alle relative assimilazioni.
  11. Sono piuttosto alti, tarchiati e ben fatti.
  12. Prevalgono i capelli castani e neri. La pelle assume facilmente nelle parti scoperte la tinta bruna.
  13. Testa proporzionata e regolare a tipo carnico.
  14. Hanno torace ampio e rilevato, più che nei Carni di solito non si riscontri. Le donne sono riccamente fornite di muscoli e di adipe; hanno ricche mammelle; fianchi larghissimi; bacino ampio; la schiena nella parte inferiore piuttosto larga e depressa. Questi tre ultimi fatti, uniti al camminare ondulato, derivano dall’uso di portare pesi enormi nel gerlo tenuto da due ritorte di giunco che passano sopra le spalle e sotto le ascelle, mentre la punta del gerlo va a premere sulle ultime vertebre, alquanto superiormente all’osso sacro.
  15. Intorno al dialetto ho già risposto.
  16. Non diedero uomini distintissimi; però mostrano le medesime attitudini dei Carni. Mostrano molta intelligenza negli affari e nei commerci. Ebbero un molto egregio bachicultore, oggi residente a Dignano d’Istria.
  17. Meno l’industria del boscaiuolo non preferiscono un mestiere ad un altro. Se emigrano, si danno volentieri al piccolo commercio.
  18. Non vi si formano forti ricchezze; ma tutti sono proprietari di qualcosa.
  19. Non sembra che sieno superstiziosi più degli altri Carni, quantunque l’isolamento, in cui, a confronto degli altri, sono costretti a vivere, li giustificherebbe, se lo fossero. Certo non si lasciano maneggiare dai preti.

  1. In risposta ai quesiti posteriori del prof. Lombroso. 

  2. Ad ovest per altro s’innalza il Clapsavon (alto non meno di 2460 m.) e a mezzodì il Tinizza (alto 2080 m.). 

  3. Qui non ho formule per poter calcolare col loro aiuto la presente popolazione rispetto alla media dei nati e dei morti. E poi già il rapporto in questo caso è sempre una x