A DON GIOVANNI FRANZIL NELLA RICORRENZA DEL SUO XXV SACERDOTALE

Si rende disponibile l'opuscoletto uscito nel mese di luglio 1965 per celebrare le nozze d'argento sacerdotali del parroco don Giovanni Franzil (28.10.1915 - 14.12.1981), la cui presenza a Rigolato (iniziata il 28.3.1944 in qualità di cooperatore del parroco e proseguita, dal 28.7.1947, come parroco) era destinata a prolungarsi ininterrottamente fino alla morte.
Per il ruolo ricoperto e l'attività svolta la sua è una figura centrale di quel periodo, così denso di mutamenti, alcuni dei quali epocali, per la comunità (guerra, ricostruzione, boom economico, crisi dell'agricoltura montana, emigrazione definitiva, spopolamento... dai 2.058 abitanti del 1951 ai 976 del 1981, ecc.). Un quadro biografico più ampio su di lui, scritto da Fabio D'Andrea, che ha integralmente ripreso le notizie dell'opuscolo, è leggibile in Veretâz. Storia, emigrazione, esperienze e caratteristiche di una comunità, edito dal Comune di Rigolato nel 1991, p. 179-181 .
L'opuscolo segue la scia di una consolidata e lunga tradizione di scritti celebrativi editi in occasione della «messa giubilare» o della «messa nuova», senza, però, alcuna di quelle pretese «scientifiche» di natura storica locale, dagli esiti anche molto pregevoli, che sovente li caratterizza (non è un caso che le poche notizie di questo tipo siano attinte pari pari dalle Note di storia della parrocchia di san Giacomo di Rigolato di Antonio Roja, pubblicate in onore del parroco Giuseppe Simonitti); per questo si ritiene che vada considerato esso stesso come un documento storico vero e proprio — fonte, ad un tempo, di notizie e informazioni preziose di vario tipo ed espressione (per forma, struttura e contenuti) del momento in cui vide la luce — da apprezzare e sfruttare come meglio ciascuno vorrà. (A.P.)

don Giovanni Franzil (28.10.1915 - 14.12.1981)

A
DON GIOVANNI FRANZIL
degnissimo Parroco di Rigolato
nella felicissima ricorrenza
del suo XXV Sacerdotale
autorità collaboratori e popolo
stringendosi attorno a Lui
padre maestro pastore
plaudono esultanti
invocando celesti favori
per un ulteriore e fecondo apostolato

L'AUGURIO E LA BENEDIZIONE DEL SANTO PADRE...

A Don Giovanni Franzil Parroco di Rigolato festeggiante NOZZE D'ARGENTO SACERDOTALI Augusto Pontefice di cuore invia auspicio rinnovata effusione di vivi favori et aiuti per sempre più fervoroso e fecondo ministero implorata Apostolica Benedizione estensibile congiunti collaboratori parrocchiani et presenti Messa Giubilare.

✠ Cardinale CICOGNANI

...E DELL'ARCIVESCOVO

Udine, 12 luglio 1965.

Carissimo don Giovanni,

mi unisco con tutta la gioia ai suoi buoni fedeli nella celebrazione del suo 25° sacerdotale.
Ringrazio vivamente il Signore per lutti i doni che Le ha dati e per tutto il bene che Le ha concesso di compiere.
Formulo poi i più vivi auguri ed elevo le preghiere più fervide per una sempre più alta perfezione sacerdotale e per un sempre più efficace apostolato parrocchiale.
Le conceda il Signore di portare i suoi carissimi fedeli ad una fede vivissima, ad una unione perfetta, ad un fervore inestinguibile.
Benedico Lei e lutti i Suoi fedeli con la cordialità più viva.

Affezionatissimo

✠ GIUSEPPE. Arcivescovo

IL VICARIO FORANEO al suo Confratello

Carissimo don Giovanni,

nella fausta ricorrenza delle tue nozze d’argento sacerdotali, amici e fedeli affidati alle tue cure spirituali, si stringono a te per festeggiarti, per gioire con te della meta raggiunta. Un quarto di secolo di ministero sacerdotale non è uno scherzo.

Bastano alcuni dati approssimativi di statistica per far venire, semplicemente, il capogiro. Noto qui solo alcuni numeri a conferma.

Diecimila Ss. Messe celebrate, 3 mila prediche, 70 mila Ss. Comunioni distribuite, 70 mila assoluzioni impartite.

Sono solo alcuni dati, e per giunta, approssimativi. La vita del sacerdote, del Parroco non è tutta qui. Forse questo è l'aspetto visibile e controllabile della sua vita. Ma l’altra opera, quella che sfugge ad ogni controllo, quella nascosta agli occhi degli uomini, quella, forse, meno capita perché sconosciuta, e forse anche disprezzata, proprio perché non capita?

L’umiltà, alle volte qualificala limite di intelligenza, la povertà, quella vera, quasi mai credula tale; la castità scelta, voluta e talvolta difesa a denti stretti sotto il continuo bombardamento del sensualismo imperante: l'obbedienza in mezzo a tante ribellioni e rivendicazioni; lo zelo: l'offerta di se stesso ad ogni costo; lo spirito di sacrificio e di preghiera; lo spirito di adattamento; la stanchezza di fronte agli inevitabili insuccessi; la solitudine in questa battaglia dello spirito che lui deve condurre anche se rimane solo a combattere; la continua ricerca di tante pecorelle smarrite con tanta pazienza e costanza, anche se il sentiero da percorrere è erto e pieno di ciottoli ed il rovo in cui si sono impigliate è tanto irto di spine. E non ho detto tutto. Ma vista così, anche solo così, la vita del sacerdote, del parroco, non c forse un monumento?

Se alle volte, la nostra buona gente, esamina il suo sacerdote alla lente di ingrandimento e lo fa soffrire, è perché lo vuole perfetto; è perché sa che solo lui può riempire nella loro anima i vuoti aperti con la frana del peccato originale; è perché, anche se sembra il contrario, gli vuol bene e non può fare senza di lui.

Caro don Giovanni, queste riflessioni ti facciano dare uno sguardo retrospettivo, ma ti aiutino anche a guardare avanti, a continuare nella tua opera.

La tua gente ha bisogno di te, perché ha bisogno di Dio.

Questi sono i miei auguri per il tuo 25° di sacerdozio.

Sac. Renato Lucis
Arcidiacono

GLI AUGURI

dell'Amministrazione Comunale...

Reverendissimo Signor Parroco,

la celebrazione del 25° di Sacerdozio offre l'occasione alla Amministrazione Comunale ed a me personalmente di e sternarle l'affettuosa riconoscenza di lutti per l'Apostolato svolto nei ventun anni di permanenza a Rigolato.

Il più sentilo e meritato elogio Le viene come Sacerdote, per la Sua illuminala parola, per la sua fattiva opera di bene, per l’equilibrio con cui ha guidato in questi anni la Parrocchia di Rigolato. Queste Sue elevale qualità hanno stimolato la vita morale, spirituale e civile dei Rigolatesi in maniera assai sensibile.

È nostro dovere quindi esprimerLe tutto il plauso e l’incoraggiamento per la sua opera sacerdotale e formularLe i voti più fervidi affinché per lunghi anni ancora Lei possa effondere i suoi tesori di intelligenza e di cuore a favore dell’intera popolazione di Rigolato.

Suo devotissimo

Aldo Candido

... e dei Parrocchiani

Permetta, Signor Parroco, che i suoi fedeli di Rigolato mettano da parte, una volta tanto, la dura scorza di montanari, per dare libero sfogo al loro cuore ed esprimerLe, in occasione del suo 25° di Sacerdozio, tutto il loro affetto e la loro riconoscenza.

Venticinque anni di sacerdozio, di cui ben 21 trascorsi in mezzo a noi!

È questa una notizia che tocca il nostro cuore di credenti e di figli.

Sono 25 anni che Ella, Sig. Parroco, custodisce e spiega il Vangelo al popolo, santifica l'innocenza dei bimbi, dona Gesù ai credenti, entra nelle case. Ministro di pace e di perdono, nelle ore della gioia e del dolore. Sono 25 anni che difende i costumi, la santità della famiglia, la Fede del suo popolo.

Sono 25 anni soprattutto che, silenzioso e fedele Operaio della Messe divina, prega per i suoi figli.

Noi non sappiamo quanta gioia e quanta amarezza è passata sull'anima sua in questi venticinque anni. Sappiamo solo che Ella come il Buon Pastore ha amato sempre le sue pecorelle e tante volte nel dolore e nella sofferenza causata proprio dalla loro infedeltà ed incomprensione.

Dio gliene renda merito. Da parte nostra non sappiamo dirle altro che un sentito e sincero grazie per tutto ciò che ha fatto, per il bene che ha desiderato per noi, per tutto quello che continua a fare. Il Signore le doni un lungo e fecondo apostolato, ricco e pieno di consolazioni spirituali.

Nella riconoscenza, nell'augurio e nell'omaggio sono uniti anche i nostri cari emigranti, che in questa occasione soprattutto sentono il dolore della lontananza e portano nel cuore la nostalgia del loro campanile e del loro focolare, simboli dei sentimenti migliori: fede e famiglia.

Riuniti attorno all’altare della sua Messa Giubilare, chiediamo al Signore che Ella possa sentirsi fratello tra i fratelli, padre tra i figli, e che ovunque si rechi, comunque agisca, possa essere sempre considerato un «Alter Christus».

Nocjos d’arint di Pre Giovanni

Scior Plevan, tar chesto ocasion
nu è cjâr augurasu, trosc agns
imò di plevanio in nesto compagino
e che alfin i cumpis lu vuesti apostolât
in tardo etât, a chi a Rigulât.

LA MAESTRO RIGJNO

Attività di 25 anni

Parlare di un prete, della sua vita, della sua attività, non è mai una cosa facile, perché esso è sempre un misto di umano e di divino, di naturale e di soprannaturale. Se poi vogliamo parlare di Don Giovanni Franzil, Parroco di Rigolato, la cosa diventa ancor più difficile, per non dire impossibile. La sua modestia e riservatezza quasi naturali e istintive, nascondono sotto un'apparente rigidità e severità di carattere una mente e un cuore ricchissimi e squisitamente sacerdotali. La sua attività, condotta nel nascondimento e nel silenzio, senza tanto scalpore, è forse da molti ignorala o sottovalutata.

Don Giovanni Franzil è nato ad Alesso il 28 ottobre 1915 da un'umile famiglia. Il padre Giovanni, tenace e valente lavoratore, era emigrante in Germania; la madre, Domenica Zuliani, una semplice donna del popolo.

Compiuti gli studi nei seminari diocesani di Castellerio e di Udine, fu ordinato Sacerdote il 9 giugno 1940. La prima nomina fu a Comeglians, quale cooperatore parrocchiale, ove il novello sacerdote profuse le sue energie giovanili soprattutto nel campo dell'Azione Cattolica. Ivi rimase fino al 28 marzo 1944, quando fu nominato cooperatore di Rigolato, a fianco di Don Lionello Del Fabbro. Il 28 luglio 1947, per elezione dei capifamiglia fu creato parroco e fece il suo ingresso il 5 ottobre successivo. Da allora i vincoli che lo legarono alla popolazione di Rigolato furono strettissimi, i rapporti furono quelli di un padre. Con la prudenza e l’equilibrio che gli sono propri ha saputo infondere in tutti uno slancio novello di fede concreta. Numerose sono state le iniziative da lui promosse o sorrette in questi anni. Ne ricorderemo le principali:

  • Nel 1948 apre una sala cinematografica parrocchiale.

  • Nel 1950 idea l'asilo infantile e ne riceve in dono il terreno dalla signora Rosa Puntil; nel 1954 trova la collaborazione di molti amministratori del tempo, riesce a far deliberare la costruzione e, non senza contrasti, la scelta del progetto; nel 1955 benedice la prima pietra e nel giugno 1956, a opera compiuta, l'inaugura e lo affida alle Suore della Provvidenza.

  • Nel 1958 cura la decorazione della Chiesa Parrocchiale, rimettendola quasi a nuovo e rinnovandola completamente. Ripara pure il tetto e la cupola del campanile.

  • Nel 1959 restaura la caratteristica chiesetta di S. Anna a Ludaria e nel 1960 quella di S. Barbara di Valpicetto.

  • Nel 1962 costruisce la nuova sacrestia e dà un'ottima sistemazione al sagrato della Chiesa.

  • Ultimo lavoro attuato è quello della elettrificazione delle campane con impianto sonoro, del giugno di quest'anno.

A queste opere maggiori, possiamo aggiungere altre di minore importanza ma egualmente necessarie: l'acquisto di numerosi arredi e paramenti sacri (pianete, piviali, completo nero e verde, camici, ecc.), la statua bellissima del Bambino di Praga, il restauro del Crocefisso del Cimitero Vecchio, ecc.

Una sola cosa ci sembra abbia trascurato in questi anni: la sua Canonica...

Tutti sappiamo ciò che egli ha fatto per l'A.C., per i Giovani, per gli Emigranti, per lo sport, ecc.

Una vita, come si vede, spesa nel disinteresse per il bene di tutti e rimettendoci spesso del suo.

Una vita, sin qui vissuta intensamente in opere, che è segno tangibile di quella presenza viva, reale, concreta, frutto eccelso di cristiana carità e di zelo sacerdotale.

La Parrocchia di Rigolato

Quando cominciarono ad essere abitate le nostre vallate di Carnia? Impossibile stabilirlo. In tempi remotissimi qualche gruppo di persone spinte quassù da vari motivi, trovali i luoghi sicuri, abitabili e propizi anche all'allevamento del bestiame, forse vi si fermò. Col tempo, cresciuto il numero delle famiglie, crebbe di conseguenza quello delle primitive abitazioni: sorsero i villaggi che per necessità di vita e di scambi avranno comunicato fra di loro attraverso sentieri appena tracciati.

Della vita, dei costumi di quei primi abitatori delle nostre valli, non si sa nulla, se non che erano pagani; né si sa quando e da chi fu portalo fra di loro il Cristianesimo.

In tempi meno remoti forse, sacerdoti mandati da Aquileia o da Zuglio avranno istruito c convertito quelle genti, talvolta anche a costo del martirio. Certo si è che avvenne il grande incontro tra il Creatore e le sue creature, tra Gesù Redentore ed i suoi fratelli. Non importa se resterà per noi sempre ignoto il come ed il quando di questo incontro.

Con la libertà religiosa, concessa da Costantino, aumentato il numero dei credenti, in Gorto forse sarà stato assegnato un sacerdote stabile. Questa è la probabile origine di quella Cristianità e della sua Pieve, assegnata all'Abazia di Moggio dal Patriarca di Aquileia nel 1119 (finalmente una data!).

Si arriva poi al 1300 prima di avere altri documenti sicuri: in quest'epoca vi erano in Gorto tre vicari della Pieve con sedi a Luincis, a Ovaro e presso la sede di San Giorgio, ma la cura dei paesi non era nettamente suddivisa tra i tre Vicari.

Primo a staccarsi dalla Pieve di Gorto nel 1339 fu il Canal Pedarzo che ottenne dall'Abate di Moggio un proprio sacerdote, il Vicario di San Canciano. Nel 1365 si staccarono dalla Pieve i paesi di Sopraponti (Frassenetto): non si sa invece quando Sappada ebbe un proprio sacerdote.

Dei tre Vicariali della Pieve, quello di San Giorgio era il più comodo e perciò il preferito per il nucleo di paesi che formano oggi le Parrocchie di San Giorgio, Monaio e Rigolato. Così ben presto queste ville si staccarono dalla Pieve per stringersi intorno al Vicario di S. Giorgio.

* * *

La Chiesa di S. Giacomo di Rigolato, la nostra chiesa, è ricordata per la prima volta in documenti del 1319, ma esisteva certamente da molti anni per devozione e comodità di tante borgatelle di cui Rigolato era centro. Questa chiesetta però rimase a lungo alle dipendenze di San Giorgio. Pare invece che Monaio avesse già nel 1468 un suo proprio sacerdote. Questo fatto, forse, incoraggiò anche quelli di Rigolato a staccarsi da S. Giorgio per costituirsi in cura a sé. Molti documenti al riguardo sono andati perduti, ma è certo che il primo gennaio 1473, ad un convegno dei Capitani di Gorto c'era anche il Capitano delle Ville sotto la Chiesa di S. Giacomo, il che vorrebbe significare che S. Giacomo ormai formava cura a sé.

Il 26 giugno 1470, primo officiante a noi noto in S. Giacomo, fu un certo Pre Marino. È lui il primo anello della lunga catena, che da quasi cinque secoli si stende ininterrotta fino ai nostri giorni. È la santa Catena dei Servi del Signore che, per breve o lungo tempo, hanno dato tutto di sé alla Chiesa ed al popolo loro affidato, passandosi l'un l’altro la fiaccola della Fede che ha illuminato ed illumina le nostre borgate.

Voler ricordare in particolare l’opera di ciascuno nella nostra Parrocchia non è possibile. Meglio dire semplicemente che questa lunga schiera di Operai della Vigna ha senza posa lavorato per la gloria di Dio. Ciascuno ha dato tutto quello che poteva dare. Ciascuno ha portato la sua pietra all’Edificio spirituale ed a quello materiale offrendo, con le pene fisiche quelle ben più gravi dell’anima: contrasti, incomprensioni, preoccupazioni, scoraggiamenti, difficoltà di ogni genere.

Preziose pietre queste, che con il contributo di tanti Pastori son servile a spandere il Verbo tra la nostra gente, a sacrificare tante creature, a richiamare tante pecorelle smarrite.

Preziose pietre che, attraverso i secoli, hanno ingrandita, migliorata, arricchita di giorno in giorno una misera chiesetta del tre-quattrocento trasformandola nel grande e bel S. Giacomo di cui oggi siamo orgogliosi.

Non siamo ingrati, ma ricordiamo riconoscenti tutti coloro, noti ed ignoti, che hanno partecipato all'espansione del Regno di Dio nella nostra Chiesa di S. Giacomo. Sono tanti e tanti ed hanno ormai ricevuto dal Padrone la mercede dovuta al loro sacrificio. E noi, umilmente grati per il bene che ci hanno fatto, li preghiamo di assistere quelli che oggi continuano l'opera da loro incominciata, cercando di renderla sempre più grata al Signore.

Tra tanti benemeriti, non conosciuti, ricordiamo con particolare riconoscenza Don Pietro Gortani, da Cabia, lodato specialmente per la sua grande semplicità di costumi, e soprattutto uno ben noto a tutti i Rigolatesi che lo ebbero Padre e Pastore nei quaranta e più anni in cui resse la Parrocchia di S. Giacomo; Monsignor Simonitti. il nostro Pre' Jusef, sempre vivo nel nostro cuore dopo ventidue anni dalla sua dipartita. A lui diciamo: «Pre Jusef. impetra tutte le grazie di cui hanno bisogno i tuoi antichi parrocchiani ed il loro attuale Pastore!».

* * *

Poco tempo dopo la morte di Mons. Simonitti, nel 1943, prese il posto dello scomparso, il Rev. Don Lionello Del Fabro, reduce allora dalla Russia, ora Abate Mitrato di Latisana. Don Lionello, come semplicemente era chiamato, fu in mezzo a noi negli anni più calamitosi della guerra e fu il nostro scudo tra le arrabbiate parti che, in quel tempo di triste memoria, cercavano di dilaniarsi a vicenda. Andandosene dopo tre anni, per occupare un posto di fiducia, Don Lionello, ora Monsignore, ci lasciò... in eredità quello che gli era stato valido compagno ed aiuto durante la sua permanenza a Rigolato: Don Giovanni Franzil che dal 1947 è Parroco di S. Giacomo.

E, per Don Giovanni, oggi, nel 25° della Sua ordinazione a Sacerdote, i parrocchiani di S. Giacomo elevano voti e preghiere. II Signore li esaudisca donando al loro Pastore la forza necessaria per compiere sempre la Sua Volontà e continuare la Sua opera in mezzo a loro.

A PRE GIOVANNI FRANZIL TES SOS GNOCIS D'ARINT

Sior Plevan che al perdoni e che al scusi
se o vuoi meti ancje jò la pezzete.
Lu farai cun judizi e prudenze
anicie si ai la tengate un poc sclete.

No mi plâs di jeniplâ la me rime
di augurons e peraulis quinzadis.
L'an za scrit sui strissions e sui mûrs.
San di vecio. E semein za fruiadis.

Nè mi pâr che al sei util e prutic
là u sgarfà su pai agns avignì.
Quant che son duc' t'un grump vinciecinc
e son lanlis lis robis di dì.

Tra i berdeis che un plevan al disgrope
jé une grosse che chi mi fas gole.
E se fos nome che tra lis tantis
za sares un grand merit besule.

Mi soven di vé let tal Vanzeli,
che lui simpri, an par an, l'à spiegât,
che il Mestri al contave une volte
che il Gran Regno al po sei similât

a che siore che veve piardude
tra lis dis, che monede preziose
e che à ciolte la lum e la scove
e a butade la cjase ledrose.

E scovave, scovave, scovave.
E vajve, e cirive, e preave
cu la cjase mitude sot sore,
fin che po', cul cùr sglonf, le cjatave.

Vinciecinc, sior Plevan, e son tanc'.
Jò lu viôt, te cjasute sentât.
Nissun sa, nissun sint, nissun viôt.
Jé che tende che ten dut platât.

Ma la lum de dutrine e fas lûs,
e il cristian al riviôt la so strade.
Lui l'à fatis sparì lis scovacis
cu la scove che lui l’à doprade.

Jò ti asolf. Cun che man benedete
solevade sul puar pecjadôr,
l'à fat sì che i soi fîs e tornassin
ancjmò vers amîs da l'Amôr.

Sior Plevan, par plasé, che al continui.
Te cjasute che al stedi sentât.
Lis scovacis, se al mole la scove,
Diu nus vuardi, nus ciolin el flât.

Chi è il Parroco

La risposta non è tanto semplice, perché complessi, molti e ardui sono i compiti del Sacerdote parroco, innanzitutto egli deve gettare il seme nel campo che la Provvidenza gli ha affidato e coltivarlo con amore, studio ed impegno. Deve far nascere i Cristiani nel Battesimo e formarli con la Grazia dei Sacramenti. Perciò è padre, perché genera alla vita soprannaturale i suoi figli. Deve difenderli, e perciò svellere la zizzania che pullula e guasta il seminato. Il Parroco deve vigilare. La vigilanza pastorale è una delle qualità più importanti del ministero. I nemici di Dio e della Chiesa dispongono di tanti mezzi per seminare il male, la discordia, la corruzione. Discorsi. propaganda, stampa, divertimenti, mode, ed il Parroco deve cercare di far argine all'impetuoso fiume che vuole dilagare nel campo della Parrocchia e lutto sommergere.

L'istruzione cristiana ai bambini è pure compilo principe del Parroco. I bambini sono la parte eletta della Parrocchia, i teneri germogli che hanno bisogno di cure particolari, attente e continue. Viene poi l'Azione Cattolica tanto raccomandata dai Sommi Pontefici e che fa parte integrante del ministero parrocchiale. L'Azione Cattolica è lo scudo di difesa del Sacerdote e l'arma che impedisce l'avanzare delle forze del male. Il Parroco deve predicare con l’esempio, la prudenza e la carità: è maestro e deve illuminare, accendere i cuori all'amore di Dio. E quante miserie morali e fisiche nelle Parrocchie!

Consigliare, perdonare, dimenticare, è compito del Parroco. Gli ammalali sono oggetto delle sue cure; li deve assistere, confortare in casa, o nell'ospedale, recare i conforti della fede, chiudere i loro occhi al mondo di quaggiù, e aprirli alla luce di Dio. Gesù disse ai suoi Apostoli: i poveri li avrete sempre d'intorno a voi, ed è così. Essi chiedono, insistono, pretendono, qualche volta anche minacciano ed il parroco per quanto può, li assiste, li incoraggia, li provvede. Il medico cura le malattie del corpo, e il parroco è il medico delle anime nel Confessionale. Non vi sono opere di bene nella Parrocchia alle quali il Parroco sia estraneo. Il decoro della Casa di Dio, lo splendore delle sacre funzioni, la musica liturgica in Chiesa ed i mille accorgimenti per attirare al bene la gioventù costituiscono un importante impegno per il Parroco.

La Canonica è la casa di tutti, è la centrale che riceve e rimanda, è l'oceano che riceve l'acqua e la fa piovere sulle campagne assolale. Questo è il Parroco. Amiamo il Parroco, ministro di Dio, padre, guida, maestro delle anime.

Preghiera di un laico per i Sacerdoti

Prima di tutto, o Signore, vi ringrazio perché questi uomini hanno accettato di divenire i nostri parroci e nostri vice parroci. Se. per caso, essi avessero preferito le pantofole, una compagna e un focolare, che cosa sarebbe di noi? E se fosse così da per tutto? Vi ringrazio, mio Dio. per aver dato loro il coraggio del sacrificio. Grazie a loro, noi possiamo nutrirci del pane della vita, formare dei focolari solidi, purificare la nostra anima c morire in pace.

* * *

Grazie, o Signore, per i difetti dei nostri Sacerdoti. Gli uomini perfetti sopportano male la debolezza altrui; gli uomini sempre in buona salute disprezzano le nature deboli e cagionevoli. Voi. o Signore, avete veduto meglio di noi.

E ora. o Signore, noi vi preghiamo per il ministero dei nostri Sacerdoti, specialmente di quelli in cura d'anime. Fate che essi abbiano dei successi, ma non dei trionfi, e se avranno degli insuccessi, non si scoraggino. Il vostro regno non è né nel successo né nell’insuccesso, ma nell'amore. Conservate i nostri Sacerdoti nel vostro amore.

I nostri Sacerdoti sono dei fenomeni. Essi debbono essere dei pedagoghi per i bambini, degli specialisti nelle questioni delle nuove famiglie, degli psicologi consumati per la gioventù, delle arche di scienza e di esperienza nel confessionale. Nelle loro visite alle famiglie colte, essi debbono conoscere l'ultimo romanzo alla moda, sotto pena di passare per retrogradi, e, con il comunista simpatico, discutere sul conflitto fra capitale e lavoro nei suoi più minuti particolari.

Dimenticavo che essi debbono rispondere. per le strade, a tutti i saluti senza discriminazione di persone. Dimenticavo che, quando essi ci ricevono, debbono essere sorridenti anche se il loro cuore è in tempesta e il loro fisico è stanco morto.

E dimenticavo pure che essi debbono essere, ogni domenica o giorno festivo, oratori, cantori e qualche volta organisti, e che durante la settimana, debbono essere spesso elettricisti, falegnami, pittori, fabbri ed altro.

Signore, fate che questi «specialisti universali» noi li giudichiamo con quella indulgenza che è richiesta dal loro programma di lavoro incoerente ed inumano. Fate che noi comprendiamo che se su quattordici specialità, il nostro prete riesce in sette o in un quarto, noi ne siamo soddisfatti. Noi che saremmo disposti a gratificare di idiota un medico che mettesse sulla sua etichetta una dozzina di specializzazioni, fate o Signore, che comprendiamo la difficoltà nel ministero dei nostri Sacerdoti.

* * *

Signore, io voglio anche domandarvi la carità verso i nostri Sacerdoti: in pensieri c soprattutto in parole.

Se il mio parroco si occupa della Azione Cattolica Femminile, fate che io non dica che la Parrocchia è governata da quello che si usa chiamare il sesso debole.

Se il mio parroco se la intende a meraviglia con i bambini, fate che io non concluda che egli ha una religione infantile. Se il mio parroco è ben messo, fate, o Signore che io non pensi che egli non si priva di niente, e, se egli è magro, che egli è roso dai rimorsi o non va d'accordo con i suoi vicari.

Fatemi la grazia, o Signore, di perdonargli le sue impazienze e i suoi errori. Che io comprenda che io ho un solo parroco da sopportare, mentre lui ha tutti i parrocchiani sulle spalle.

Fate anche, o Signore, che egli ogni tanto abbia la consolazione di sentire che non è circondato solamente di indifferenza o di ostilità.

Datemi finalmente, o Signore, la perseveranza nella preghiera per i Sacerdoti. Senza dubbio sarà questa la grazia migliore per me e la cosa più utile agli stessi Sacerdoti.

Un laico

PREGHIERA PER IL PARROCO

Signore, li ringraziamo di averci dato un uomo, non un Angelo come Pastore delle nostre anime.
Illuminalo con la Tua luce, assistilo con la Tua grazia, sostienilo con la Tua forza.
Fa che l'insuccesso non lo avvilisca e il successo non lo renda superbo.
Rendici docili alla sua voce.
Fa che sia per noi amico, maestro, medico, padre.
Dagli idee chiare, concrete, possibili; a lui la forza per attuarle a noi la generosità nella collaborazione.
Fu che ci guidi con l'amore, con l'esempio, con la parola, con le opere.
Fa che in lui vediamo, stimiamo ed amiamo Te.
Che non si perda nessuna delle anime che gli hai affidato.
Salvaci insieme con lui.
Così sia.

Programma dei Festeggiamenti

GIOVEDÌ 22, VENERDÌ 23, SABATO 24 LUGLIO 1965

  • Ore 19.30 Triduo di preparazione, tenuto da mons. Giovanni Pascolini.

  • Sabato, dalle ore 16: Confessioni.

DOMENICA 25 LUGLIO «XXV DI SACERDOZIO DEL NOSTRO PARROCO»

  • Ore 08.00 Prima Santa Messa con Comunione generale.

  • Ore 10.30 Arrivo del signor Parroco nella Piazza del Monumento - Corteo - Santa Messa Giubilare - Tradizionale processione - Te Deum di ringraziamento.

  • Ore 20.30 Accademia in onore del festeggiato, nella Sala Parrocchiale (Cinema).