Documenti per la storia di Sappada/Plodn
1295-1907

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Documenti per la storia di Sappada/Plodn. 1295-1907

 

Documenti per la storia di Sappada/Plodn 1295-1907, curato da Alberto Peratoner, edito dall'Associazione Plodar nel 2005, contiene la trascrizione di 311 fonti documentarie e narrative riguardanti Sappada.

Parte introduttiva

La sezione introduttiva accoglie Presentazione, Introduzione e un denso capitoletto intitolato Breve storia di Sappada/Plodn.

Sia la Presentazione che l'Introduzione mettono in risalto l'importanza rivestita dalla pubblicazione per la comunità sappadina — terra di confini, isola germanofona incastonata nelle Dolomiti — in termini di auto-consapevolezza storico-identitaria e, più in generale, per gli storici, i ricercatori e tutte le persone interessate a Sappada. Tra i contenuti giudicati meritevoli di particolare attenzione sono segnalati:

  • «la prima trascrizione integrale del manoscritto di Giovanni De Donà conservato presso la Biblioteca Storica Cadorina di Vigo di Cadore e noto con nome Divola […] utile strumento per gli storici e in generale una lettura di indubbio interesse per ogni persona conquistata alla curiosità del conoscere il passato di una località come Sappada»;
  • «le memorie di alcune visite pastorali, utili a costruire lo stato più antico della chiesa di S. Margherita e a cogliere le esigenze più sentite del momento, le istanze della comunità di Cima per ricevere una maggiore assistenza spirituale»;
  • «la vicenda del cosiddetto "Messia" di Sappada»;
  • le «trasognate descrizioni di fine Ottocento, degne della migliore letteratura di viaggio, dell'ambiente della conca sappadina, e delle sue particolarità architettoniche».

La Breve storia di Sappada/Plodn, che condensa in poche pagine un millennio di storia sappadina, riserva un certo spazio al problema della origini, particolarmente rilevante per Sappada, isola minoritaria dalle forti peculiarità distintive/identitarie preservate nel tempo, fondate sulla consapevolezza di un'origine esterna al contesto veneto/carnico prevalente nelle ville vicine. L'assenza di documenti impedisce «una ricostruzione precisa - datazione compresa - del processo che portò allo stabilirsi del primo insediamento». La tradizione orale di una provenienza dalla valle di Villgraten intorno al decimo secolo è pura leggenda. I richiami a un documento perduto del 1078, mai esistito, derivano da un «fraintendimento storiografico nel passaggio delle informazioni sull’infeudamento dell’area interessata ai Patriarchi di Aquileia, tra J. Bergmann e G. Ciani, fraintendimento poi consolidatosi con G. Fabbiani». All'opposto la datazione proposta dalla dialettologa M. Hornung, che, sulla base di indizi linguistici, «ha ritenuto di poter assegnare al 1270 l'origine di Sappada, stabilendone pure l'area di provenienza nella zona di Heimfels» è invece contraddetta da un documento del 1296 in cui si parla di un affitto corrisposto già dai tempi antichi, per cui «non è neppure concepibile che il primo stanziamento della comunità datasse appena al 1270, ovvero neppure un trentennio prima». Una nota di Giovanni De Donà a questo stesso documento, nella quale egli elencava 27 ceppi familiari a lui contemporanei (1819-1890) «supponendo con discrezione [...] una qual certa continuità con la compagine insediativa del passato», è alla base di un altro fraintendimento storiografico duro a morire, consistente nella trasformazione di questi ceppi di fine Ottocento in quelli originari, già attestati nel XIII secolo.

Gli elementi disponibili suggeriscono «una retrodatazione dell'origine dell'insediamento di Sappada» tra l'VIII e il IX secolo, quando le diocesi di Aquileia e Salisburgo concorrevano «su due fronti all'opera di evangelizzazione delle popolazioni alpine». Nell'anno 811 Carlo Magno fissò il confine delle due regioni metropolitiche al corso della Drava. Una sacca di Sloveni Carantani germanizzati ed evangelizzati potrebbe «aver dato origine in un periodo indefinito dei secoli successivi, ad un primo nucleo dell'insediamento della conca di Sappada», il che spiegherebbe l'esistenza di toponimi e vocaboli dialettali con radici paleoslave. La presenza di toponimi legati all'attività estrattiva, suggerisce poi un possibile legame tra quest'ultima e la nascita di insediamenti permanenti. Dopo l'infeudamento del Friuli e del Cadore, Sappada inclusa, al Patriarcato di Aquileia (1077), «alcuni flussi migratori potrebbero aver sovrapposto al nucleo originario slavo-carantano quella componente più nettamente germanofona affine alla zona di Sillian riscontrata dai dialettologi, destinata a prevalere e ad imporsi nell'impasto linguistico risultatone».

Raccolta documentaria

I documenti — ordinati cronologicamente, numerati progressivamente, preceduti da titolo descrittivo, riferimenti archivistici e/o bibliografici, indicazione di eventuali precedenti edizioni, osservazioni del curatore — si presentano suddivisi in quattro gruppi:

  1. Età Medievale (19 documenti, più una nota sull'anno 1078, datati dal 1295 al 1416);
  2. Dominio veneziano (208 documenti, distribuiti tra il 1422 e il 1783);
  3. Dominazioni francese e austriaca (47 documenti, dal 1797 al 1863);
  4. Regno d'Italia (37 documenti, dal 1867 al 1907).

Raggruppandoli diversamente (Tabella 1), si osserva un deciso addensamento del loro numero in tre secoli — XVI (27,3%), XVIII (28,6%) e XIX (26%): 82% del totale — e, inaspettatamente, accanto alla naturale rarefazione nei periodi remoti (tra il 1200 e il 1400 ricade appena il 9% dei documenti), una sotto-rappresentazione nel XVII secolo, al quale risalgono 26 documenti, 59 in meno che nel secolo precedente.

Quanto alle tipologie documentarie, prevalgono le copie di tipo probatorio, dispositivo, olografo — manoscritte, stampate e, in misura minimale, scolpite su pietra (all'Acquatona, alla chiesa matrice di Gorto e alla Chiesa di Sant'Osvaldo di Cima) — consultate direttamente o riprese da edizioni di altri, affiancate da una ventina di citazioni estratte da opere narrative di vario genere.

L'elenco di queste ultime costituisce una piccola bibliografia su Sappada, che si ritiene utile riportare per esteso in quanto, paradossalmente, sono proprio quelle "vecchie" — fino a pochi anni fa consultabili solo al prezzo di spostamenti, appuntamenti, autorizzazioni, rispetto di tempi, ecc. — ad essere ora comodamente accessibili da qualsiasi punto connesso a internet (Tabella 2).

Tolte le iscrizioni su pietra a cui si è accennato (quattro) e le venti citazioni estrapolate da opere narrative, rimangono altri 287 documenti, provenienti da nove archivi (Tabella 4).

Con riguardo a questi ultimi, la Biblioteca storica cadorina (BSC) di Vigo di Cadore primeggia con 179 documenti (il 62,4% del totale), seguita dall'Archivio parrocchiale di Sappada (APS) con 44 (15,3%) e da un archivio dall'enigmatica sigla Arch. P. Prato con 43 (15,0%) in coppia con l'Archivio parrocchiale di Sappada. Nel complesso, quindi, da questi tre archivi provengono 266 documenti su 287 (il 92,7% del totale).

Ai restanti 21 documenti, distribuiti tra gli altri sei archivi, corrispondono solo in parte nuove trascrizioni condotte sulle fonti; in alcuni casi vengono, infatti, riproposti testi già pubblicati (Tabella 3). Questo vale per i dieci documenti provenienti dall'Archivio degli eredi Lupieri, tutti relativi al XIX secolo, tratti dal libro di Bianca Agarinis Magrini Caro amico pregiatissimo, per l'unico documento proveniente dall'Archivio comunale di Sappada, ripreso da una pubblicazione di Elisabetta Navarra, e per i due documenti conservati nell'Archivio Parrocchiale di S. Maria di Gorto (Luincis) - Ovaro, già editi da Gilberto dell'Oste.

Del documento n. 2, uno dei più antichi, risalente al 1296, facente parte dalla Raccolta Bianchi conservata nella Biblioteca civica di Udine viene segnalata l’esistenza di una copia manoscritta da Antonio Roja nell'Archivio parrocchiale di Sappada, che sarà stata presumibilmente quella effettivamente utilizzata e trascritta nella raccolta.

I 179 documenti provenienti dalla BSC, che rappresentano la novità (e la quantità) più rilevante della raccolta, provengono da soli tre fonti, costituite dai manoscritti Cadore e Divola del canonico Giovanni De Donà e Historia della Provincia del Cadore di Giovanni Antonio Barnabò. Il manoscritto Divola, presente con ben 175 documenti, si rivela la miniera documentaria di gran lunga più sfruttata, anzi in alcuni periodi la sola utilizzata. Tutti i documenti del XVI secolo (82) derivano da essa, ma un apporto preponderante si osserva anche nel XVIII secolo, con ben 69 documenti su 83. Il primato di questa fonte, incentrata su un aspetto particolare – le «vertenze per lo sfruttamento e, successivamente, il possesso del bosco della Digola» –, spiega lo squilibrio osservato nella distribuzione temporale della raccolta e, in particolare, la sotto rappresentazione del XVII secolo (Tabella 5).

La distribuzione temporale degli 88 documenti dell'APS (Tabella 5) evidenza una netta preponderanza del XIX secolo (59 documenti), seguito, a cascata, dai secoli XVII e XVIII (11 ciascuno), XIV e XV (3 ciascuno) e XIII (uno). Ben 68 di questi documenti si devono all'instancabile opera di ricerca, spoglio e trascrizione di fonti praticata da don Antonio Roia nel corso di tutta la sua vita. Tuttavia l'Archivio Antonio Roia, conservato presso la Biblioteca del Museo Gortani di Tolmezzo, non viene mai citato. In ogni caso l'inventario dell'Archivio collezione Antonio Roia, consultabile sul sito della Soprintendenza archivistica del Friuli Venezia Giulia, conferma l'esistenza di alcuni fascicoli, abbastanza corposi, su Sappada – si vedano in particolare le pagine 7-8 e 52-53 (altri riferimenti alle p. 28, 49, 111) - con titoli coerenti a quelli delle documentazione trascritta.

Conclusioni

L'elemento unificatore della raccolta non è costituito da un soggetto produttore, o da una specifica tipologia/serie documentaria, ma da Sappada e dai suoi abitanti. Il tutto si configura, pertanto, come una selezione di fonti attuata in base a criteri non dichiarati, ma che si possono presumere condizionati dall’accessibilità delle fonti, dal patrimonio documentario accumulato dal curatore e da quello trasmesso dagli studiosi di cose sappadine. In mancanza di un riferimento oggettivo sulla quantità delle fonti disponibili, un giudizio complessivo di esaustività non è pertanto formulabile. Tuttavia una completezza parziale può essere riscontrata a un livello più basso, segmentata su singoli aspetti ed elementi. È questo il caso, ci sembra, del manoscritto Divola, fonte in sé conchiusa, incentrata sulle plurisecolari controversie legate allo sfruttamento e al possesso del bosco Digola, che, come si è detto, costituisce uno degli aspetti caratterizzanti della raccolta. Accanto a questi si possono individuare altri temi trattati estesamente, come la vicenda del Messia di Sappada e le storie di vita di alcuni curati.

Ma il bello delle raccolte di questo tipo è costituito dall'ineffabile luce propria sprigionata da ciascun documento, che lo rende osservabile da molteplici punti di vista, non circoscrivibili a priori e non necessariamente legati alla prospettiva adottata nel selezionarlo. Così filologi, antropologi, folkloristi, storici dell'economia, storici della chiesa, studiosi di toponomastica … curiosi di ogni genere, tutti potranno trovarvi qualcosa di interessante.

La lettura di una raccolta documentaria può sembrare poco avvincente. Lo spezzettamento dei testi, la frammentazione dei contenuti in particolari minuti e apparentemente insignificanti possono respingere il lettore amante di racconti e storie strutturati, con un inizio e una fine; per questo l'apparato di contorno al testo, in particolare quello bibliografico, svolge un ruolo importante. L'assenza di regesti, sempre utili per orientare la lettura ma abbastanza dispendiosi in termini editoriali, avrebbe potuto essere mitigata da apparati bibliografici un po' più corposi, in particolare da indici analitici dei nomi di luogo e di persona, in grado di agevolare l'accesso non sequenziale al contenuto ed evidenziare connessioni insospettate tra documenti.

A dispetto delle apparenze, nessuna trascrizione è opera semplice, puramente meccanica, come testimoniano gli oltre tre secoli di studi successivi al De re diplomatica. Anche prescindendo dai problemi legati all'attendibilità della fonte (originale, copia, falso…) rimangono da risolvere quelli connessi alla fedeltà all'originale, ovvero al metodo di trascrizione (letterale, imitativo, interpretativo,…) in grado di meglio bilanciare l'esigenza di fedeltà al testo e quella della sua comprensibilità. Su questi aspetti forse qualche commento in più sarebbe stato opportuno.

A parte queste due osservazioni, marginali e di contorno, il contenuto del libro rimane, per i motivi sopra esposti, di assoluta rilevanza, non solo per la storia sappadina.

Tabelle

Tabella 1 - Fonti documentarie e narrative
SECOLO DOCUMENTI INCIDENZA %
XIII 3 1,0
XIV 12 3,9
XV 13 4,2
XVI 85 27,3
XVII 26 8,4
XVIII 89 28,6
XIX 81 26,0
XX 2 0,6
TOTALE 311 100,0
Tabella 2 - Fonti narrative
1. AGARINIS MAGRINI Bianca (a cura di) [2000], Caro amico pregiatissimo. Un epistolario dell'Ottocento fra Camia, Cadore, Comelico, Forum, Udine; (doc. n. 227).
2. ARBOIT Angelo [1871], Memorie della Carnia, Tip. Carlo Blasig e C.o, Udine; (doc. n. 282).
3. BERGMANN Joseph [1849], Die deutsche Gemeinde Sappada nebst Sauris in der Pretura Tolmezzo in Friaul, in «Germania. Archiv zur Kenntniss des deutschen Elements in allen Ländern der Erde: im Vereins mit Mehreren, Volume 3», pp. 92-98; (doc. n. 247).
4. BONÒ Fausto [1949], Poesie, seconda ed. riveduta e curata da Maria Mainardi, Libreria Ed. A. Franzon, Portogruaro, p. 202; (doc. n. 305).
5. CASALINI Luciano [1878], Gli Alpinisti Vicentini al X° Congresso del Club Alpino Italiano, in «La Voce del Cadore», V, nn. 15-16 (21 aprile), pp. 2-6 (In Cadore - VII. Ritorno per la Carnia); (doc. n. 304);
6. DONÀ Venanzio [1888], Guida storica, geografica, alpina del Cadore, Stab. Tip.-Lit. Ferrari, Kirchmayr e Scozzi, Venezia, pp. 222; (doc. n. 306).
7. FABBIANI Giovanni [1962], Alcuni documenti riguardanti Sappada di Cadore, in «ASBFC», XXXIII, n. 159, apr.-giu. 1962 p. 54; (doc. n. 3).
8. FESTARI Girolamo [1862], Viaggio nel Friuli, ossia diario orittologico, diviso in alcune lettere (Nobilissime nozze Franco-Monza), Tipografia Paroni, Vicenza; (doc. n. 211).
9. FROVA Arturo [1908], Sappada, in «Cadore», II, nn. 5-7 (feb.-apr. 1908), pp. 20-21; n. 8 (maggio 1908), p. 4; (doc. n. 310).
10. GILBERT Josiah - CHURCHILL George Cheetham [1864], The Dolomite Mountains: Excursions Through Tyrol, Carinthia, Carniola, & Friuli in 1861, 1862, & 1863, Longman, Green, Longman, Roberts, & Green, London; (doc. n. 273).
11. GILBERT Josiah [1869], Cadore or Titian’s country, Longmans & Green; (doc. n. 277).
12. GRASSI Niccolò [1782], Notizie storiche della provincia della Carnia, Fratelli Gallici alla Fontana, Udine; (doc, n. 224).
13. MICOLI-TOSCANO Luigi [1884], Ordini dati da Gerolamo Savorgnano per la custodia e difesa della Carnia e del Cadore nel marzo 1508, coll'aggiunta di una lettera dello stesso (al cugino ed amico Francesco Micoli nel fausto giorno delle sue nozze colla gentilissima donzella Giovanna Someda), Udine, s.e.; (doc. n. 32).
14. PELLEGRINI Francesco [1873], Una colonia tedesca nel Bellunese. Sappada, in «La Provincia di Belluno. Giornale ufficiale per l'inserzione degli Atti Amministrativi e Giudiziari della Provincia di Belluno», VI, n. 43, 10 aprile 1873, pp. 1-2; (doc. n. 298).
15. PICO Emilio [1898], Salita del Terza Grande, in «In Alto», pp. 22-23 (doc. n. 308).
16. PRATESI Mario [1905], Figure e paesi d'Italia. Impressioni e ricordi, Casa Editrice Nazionale Roux e Viarengo, Torino - Roma, pp. 418; (doc. n. 309).
17. RONZON Antonio [1874], Da Pelmo a Peralba. Almanacco cadorino, Anno secondo, Tipografia Antonelli, Venezia, pp. 71-80; (doc. n. 299).
18. RONZON Antonio [1877], Il Cadore descritto da Antonio Ronzon, e illustrato con 10 vedute dal Prof. Carlo Cav. Allegri, Tipografia Antonelli, Venezia; (doc. n. 303);
19. VALERIANO Pierio [1620], Antiquitatum Bellunensium Sermones quattuor, Sarzina, Venezia; (doc. n. 29).
20. VALVASONE DI MANIAGO Jacopo [1876], Descrizione dei passi e delle fortezze che si hanno a fare nel Friuli (per le nozze Crovato-Raugna), Tipografia del Commercio di Marco Visentini, Venezia; (doc. n. 79).
Tabella 3 - Opere utilizzate per l'estrazione di alcune fonti documentarie
1. AGARINIS MAGRINI Bianca (a cura di) [2000], Caro amico pregiatissimo. Un epistolario dell'Ottocento fra Carnia, Cadore, Comelico, Forum, Udine; (doc. n. 231, 232, 233, 234, 235, 236, 238, 241, 244, 252).
2. NAVARRA Elisabetta [2000], Sappada e le sue famiglie nei secoli passati. Mostra storico-documentaria, Comune di Sappada, pp. 22-23; (doc. n. 246).
3. DELL'OSTE Gilberto (a cura di) [1999], Carte del vicariato foraneo di Gorto in Carnia (1270-1497), Coordinamento dei circoli culturali della Carnia, s.l.; (doc. n. 1, 27).
Tabella 4 - Archivi e fonti documentarie
  ARCHIVI XIII XIV XV XVI XVII XVIII XIX TOTALE INC.%
    sec. sec. sec. sec. sec. sec. sec.    
1 ACAU         2 2   4 1,4
2 ACS             1 1 0,3
3 APEL             10 10 3,5
4 APG 1   1         2 0,7
5 APKL         2     2 0,7
6 APP-APS             43 43 15,0
7 APS   3 3   11 11 16 44 15,3
8 BCU 1 1           2 0,7
9 BSC 1 7 8 82 11 70   179 62,4
  TOTALE 3 11 12 82 26 83 70 287 100,0
LEGENDA
ACAU: Archivio della Curia Arcivescovile di Udine; ACS: Archivio Comunale di Sappada; APEL: Archivio privato eredi Lupieri; APG: Archivio Parrocchiale di S. Maria di Gorto (Luincis); APKL: Archivio privato Kratter Lidia; APP-APS: Arch. P. Prato e Archivio Parrocchiale di Sappada; APS: Archivio Parrocchiale di Sappada; BCU: Biblioteca Civica Udine; BSC: Biblioteca Storica Cadorina - Vigo di Cadore.
Tabella 5 - APS e BSC – Fondi/Fascicoli
FONDI-FASCICOLI XIII XIV XV XVI XVII XVIII XIX TOTALE
  sec. sec. sec. sec. sec. sec. sec.  
APS - Atti XVII         1     1
APS - Benefizio - copia ms. di A. Roja           1 1 2
APS - Carte di S. Osvaldo             1 1
APS - Carte di S. Osvaldo - copia ms. di A. Roja           2 3 5
APS - copia ms. di Antonio Roja   3     2 3 2 11
APS - Fabbriceria - XVII         1     1
APS - fasc. benefizio - copia ms. di A. Roja             5 5
APS - fasc. I Minuta in corrisp. - copia ms. di A. Roja             1 1
APS - fasc. Minute in corrisp. - copia ms. di A. Roja             1 1
APS - fasc. Monum. Rapp. Boschi di Sappada     3         3
APS - Libro d'amministrazione         1     1
APS - Miscellanee - XIX             2 2
APS - Miscellanee - XVIII           3   3
APS - Proc.         3     3
APS - quietanza 11/1 78           1   1
APS - Visite pastorali         3 1   4
APP-APS - Arch. P. Prato - f. arcid.; APS - c. ms. A. Roja             43 43
BCU - Raccolta Bianchi; APS - copia ms. di A. Roja 1             1
APS - ARCHIVIO PARROCCHIALE SAPPADA (totale a) 1 3 3   11 11 59 88
BSC - G. A. Barnabò, Historia della Provincia del Cadore           1   1
BSC - De Donà, ms. Cadore 1 2           3
BSC - De Donà, ms. Divola   5 8 82 11 69   175
BSC - BIBLIOTECA STORICA CADORINA (totale b) 1 7 8 82 11 70   179
TOTALE COMPLESSIVO (a + b) 2 10 11 82 22 81 59 267
LEGENDA
APP-APS: Arch. P. Prato e Archivio Parrocchiale di Sappada; APS: Archivio Parrocchiale di Sappada; BSC: Biblioteca Storica Cadorina - Vigo di Cadore.