Note su Antonio Solari e il pubblico
orologio di Rovigno (1869)

 

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Quadrante interno del pubblico orologio di Rovigno

Quadrante interno del pubblico orologio di Rovigno

 

Il catalogo promozionale che la Ditta Fratelli Solari di Pesariis pubblicò nel 1906 contiene un elenco di circa cinquecento installazioni di orologi, tra le quali figurano anche una a Rovigno e una a Villa di Rovigno1. L'elenco costituisce un ampio, benché parziale, condensato del lavoro svolto, per lo più nell'ottocento, da varie generazioni di orologiai discendenti di quell'Antonio Solari (1738-1812) da Pesariis che nel 1789 fornì di un nuovo orologio pubblico la città di Cherso2.

Questi ultimi, nonostante a volte operassero in concorrenza tra loro, guardavano alle installazioni dei predecessori come a un patrimonio comune: ciascuno si considerava erede del lavoro svolto da tutti gli altri. Il nome di famiglia "Solari" era di fatto utilizzato come un marchio di fabbrica condiviso, caratterizzante indistintamente le attività di tutti gli appartenenti alla medesima casata. È quindi possibile che le installazioni di Rovigno e Villa di Rovigno, segnalate nel catalogo 1906 della Ditta Fratelli Solari di Pesariis, siano in realtà da attribuire ad Antonio Solari da Pisino.

L'insediamento dei Solari pesarini a Pisino avvenne all'inizio dell'ottocento per opera di due figli del capostipite Antonio -- Sebastiano (n. 1772), tessitore, e Giovanni Battista (n. 1775), orologiaio -- che acquistarono una casa nelle vicinanze del castello, nella quale coabitarono3. Nel 1813 Giovanni Battista Solari da Pisino riparò l'orologio di Orsera; l'anno successivo, per riscuotere le sue spettanze, fu costretto a rivolgersi alla Commissione Provinciale provvisoria dell'Istria perché ordinasse «alla Superiorità di Orsera di pagargli la summa di franchi quattrocentoventicinque per mercedi e prezzo convenuto pella riparazione del pub.co orologio»4.

Un figlio maschio di Sebastiano - che portava il nome del nonno: Antonio (1814-1901) - proseguì la professione di orologiaio praticata dallo zio Giovanni Battista. In una delibera con la quale il Consiglio della Città di Trieste il 20 settembre 1876 approvò una richiesta di aumento del compenso per l'installazione da lui effettuata dell'orologio della chiesa di S. Giovanni in Guardiella, viene definito «persona di specchiata onestà e versatissima in questo genere di lavori, dacché aveva fornito di orologi parecchie chiese dell'Istria»5.

Ad Antonio Solari da Pisino si deve la sistemazione dell'orologio comunale di Rovigno avvenuta nel 1869, testimoniata dell'iscrizione apposta sul quadrante interno (v. immagine sotto il titolo). Al momento, in attesa dei possibili risultati di nuove ricerche, quell'iscrizione costituisce l'unica fonte certa del lavoro svolto in quell'occasione.

Secondo Bernardo Benussi, nel 1857 sulla torretta che lo ospitava «venne posto un orologio con tre quadranti trasparenti ed illuminati di notte»6. Non è chiaro se si trattasse di un orologio completamente nuovo, oppure semplicemente della sistemazione dell'orologio preesistente, magari quello «a semplice ripetizione» rinnovato nel 1779 del quale la cronaca degli Angelini così ricorda il suo cattivo funzionamento: «È tradizione, che l'artefice si avesse riservato l'incasso del conven[u]to prezzo al suo ritorno, che mai si verificò; e che perciò l'Orologio, non essendo [p]agato, non può andar mai bene. Ma quì vi è un proverbio che dice: Vuoi conoscere se un paese è bene governato? bada, se il pubblico Orologio va bene»7.

Il manufatto recentemente restaurato dalla ditta SOLARI campane di Roberto Solari, fa propendere per quest'ultima ipotesi in quanto incorpora parti del vecchio telaio e degli antichi ruotismi realizzate in ferro forgiato, lavorazione quasi abbandonata nella seconda metà dell'ottocento.

In ogni caso l'intervento di Antonio Solari dovette consistere in un rinnovamento sostanziale, equiparabile a un nuova installazione, tale da giustificare l'apposizione del suo nome sul quadrante interno della macchina. Per questo è verosimile che prevedesse l'aggiunta del pendolo e l'introduzione dello scappamento a caviglie, due interventi di adeguamento dei vecchi orologi ancora abbastanza comuni in quel periodo.


  1. Per le quali, purtroppo, non viene fornito alcun dettaglio; Ditta Fratelli Solari. Pesariis (Udine). Antica e premiata fabbrica di orologi da torre. Casa fondata nel 1725, Tipografia Giovanni Missio, Udine, 1906, pp. 37-46. 

  2. Ditta Fratelli Solari, cit. p. 22; Mitis SilvioCherso ed Ossero sotto la Serenissima. Notizie storiche raccolte da Silvio Mitis, Stap. Tip. Coana & Figli, Parenzo, 1933, p. 50. 

  3. In seguito, una volta sposati, anche con le rispettive famiglie; Puschiasis, Adelchi, «Note per ricerche sulla storia dell'orologeria pesarina». Alto Gorto in movimento», Alto Gorto in movimento, 2020. 

  4. Ivi

  5. Ivi

  6. Benussi Bernardo, Storia documentata di Rovigno, Tipografia del Lloyd austro-ungarico, Trieste, 1888, p. 245. 

  7. Radossi Giovanni e Antonio Pauletich, «Repertorio alfabetico delle Cronache di Rovigno di Antonio Angelini», in Atti, Centro di Ricerche Storiche Rovigno, VII (1976-77), pp. 205–424, p. 350.