Due fotografie militanti
di GIUSEPPE DI SOPRA

Comegliàns 1 maggio 1920 e 8 maggio 1921

Due articoli apparsi su La Patria del friuli illuminano le foto di Giuseppe Di Sopra che presentiamo, tecnicamente non ben riuscite e per questo forse destinate a rimanere trascurate, ora rivitalizzate dal racconto giornalistico, piene di particolari altrimenti muti. La netta avversione dell'articolista verso la sinistra socialista, comunista e anarchica, condita di osservazioni pungenti (tipo Tito Zaniboni agrario di Mantova), non intacca la descrizione della scena e anzi finisce col renderla più verosimile. Naturalmente le previdenti annotazioni graffiate sulle lastre da Giuseppe Di Sopra sono state decisive per individuare gli articoli.

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Comegliàns 1 maggio 1920

Comegliàns 1 maggio 1920, foto di Giuseppe di Sopra
(Collezione privata L. G., Magnanins)

 

A COMEGLIANS
Gli alunni delle scuole e i doni della Coop. Tolmezzo
Una Predica

1.o Maggio. Paese fin dalle prime ore animatissimo.

Si sono dati convegno qui, per oggi, tutti i circoli socialisti della Carnia, meno quelli dei Canali del Ferro e di Ampezzo, anche per l’inaugurazione della bandiera rossa del Circolo Socialista locale.

La brigata dei carabinieri, rinforzata numericamente, è coadiuvata da un drappello di guardie di finanza e da un plotone di artiglieri con moschetto, comandato da un Tenente. Dirige il Delegato dott. Peruzzi di Tolmezzo.

Il Sindaco, con ordinanza 30 aprile ha vietato le somministrazioni di vini e bevande alcooliche; perciò quasi tutti gli esercizi sono chiusi e quelli aperti, rispettano o fanno rispettar l‘ordine.

Verso le 8 cominciarono a giungere i bambini che hanno disertato completamente le scuole, forse attirati più dai regali che verranno loro consegnati dalla Cooperativa di Tolmezzo (consistenti in abitini, giocattoli di ogni specie, bambole, libri, ecc.) che dalla festività odierna. Parò, tutti cantavano «Bandiera Rossa» e l’effetto venne raggiunto, malgrado inenarrabili stonature e storpiature.

Alle 9, segue la distribuzione dei regali; senonché i piccoli birichini, subito dopo, si resero latitanti; invece di prender parte al ricevimento dagli ospiti come i caporioni ed organizzatori avevano stabilito nel loro programma.

Ore 9,30 arriva la lega di resistenza di Ravascletto con fanfara seguita; a breve distanza la segue il Circolo socialista di Rigolato; ed alle 10 giungono le rappresentanze di Prato Carnico con fanfara e bandiere. Queste rappresentanze, in minore a quella del Circolo socialista locale, si sono schierate alla Stazione della Decauville in attesa del trenino che deve portare le rappresentanze degli altri paesi della Carnia; e reca infatti bel numero d'intervenuti accolti al suono di un allegra marcia poi della marsigliese.

Sul piazzale della fontana alle ore 11 seguono le due cerimonie. Saranno presenti circa 6000 persone fra aderenti e curiosi.

Il segretario dei Circolo socialista sig. Pittini ringraziato gli intervenuti, annunciata l'adesione e l’intervento di più che venti Associazioni, e propone la nomina del presidente nella persona del compagno Bidoli. Il quale, dopo spiegata la ragione del consegna dà la parola ai compagno Zitelli. E questi con fede ultra francescana (fu già artista lirico e abbandona l’arte per dedicarsi esclusivamente a predicare il verbo socialista) parla di rivoluzioni e di schiacciamenti con un fervore ed un’enfasi terrorizzante. È applauditissimo dai vicini.

Lo segue e lo supera il catastrofico Don (perdono non lo è più) il signor Russello, di professione socialista nel paese di nuova elezione (Rigolato). Questo ex prete, che durante la guerra fu militare all’Ospedaletto di Rigolato, ed ha predicato confessato e comunicato sino alla ritirata è un energumeno, nel vero senso della parola, e sparla della Chiesa, dei preti, e del papa, tanto che par quasi dimentico del primo maggio. E questa predica, dice lui la fa per accelerare il momento in cui deve avvenire la catastrofe, la quale sommergerà tutto il putridume che ora ci sgoverna e ci rapina, per cedere il posto ai lavoratori. Al grido di viva l’internazionale chiude la sua predica, troppo personale. Gli risponde qualche viva Lenin.

Segue il sig. Luigi Chiamelli, segretario dell’Istituto per gli Emigranti di Parma. Egli è un socialista convinto del vecchio stampo; inneggia alla festa del lavoro, auspica un avvenire migliore per ii proletariato, ma per gradi, senza scosse; è un turatiano, insomma, poco compreso dalla massa che lo circonda, la quale è decisamente leninista. È perciò debolmente applaudito.

A rialzare gli spinti si presenta l'oratore designato per la commemorazione, il bollente Pascolo. Se fosse certo, egli dice, che oggi si facesse per suo eccitamento la rivoIuzione, questo per lui sarebbe il più bel giorno della sua vita. Ma è sicuro che così non è; perciò si limita a scherzare col fuoco, senza avvicinarvisi troppo per non essere... scottato dal sig. Delegato che gli sta dietro. Dopo una breve tiritera di cose fritte e rifritte, richiama il pubblico ad ammirare la Russia e chiude con un evviva ai Soviety, a Lenin e compagnia bella.

Poscia il Comizio è sciolto senza il minimo incidente.

(da La Patria del Friuli del 4 maggio 1920)

Cronaca elettorale. Comeglians. Comizio socialista

Tito Zaniboni, Comegliàns 8 maggio 1921

Tito Zaniboni, Comegliàns 8 maggio 1921, foto di Giuseppe di Sopra
(Collezione privata L. G., Magnanins)

 

Oggi alle 15 il propagandista Zaniboni, agrario di Mantova, parlò ad un discreto uditorio in piazza.

Il propagandista staffilò a sangue il Comunismo, riscotendo applausi isolati (ironia del caso) di qualche blocchista, che onestamente riconobbe Zaniboni sfrondato di leninismo.

Passò poi a parlare del fascismo distinguendo gl'idealisti dai violenti per progetto i quali sono anche rinnegati dal creatore dei fasci Benito Mussolini. Si indugiò molto nell'accennare a casi sporadici che non vanno confusi, però con le idealità finali del fascismo, le quali in fondo tendono al raggiungimento della redenzione della Patria, che da facinorosi sbracati si cerca di condurre per converso, alla sua distruzione.

Siccome l'uditorio, poco propenso delle ragioni di umanità onde era impostata la questione, rimaneva muto il conferenziere ha dovuto ricorrere ai facili argomenti infarciti di pescecanismo e di blocco di interessi, ed ha finito riscuotendo qualche applauso degli intellettuali del partito.

Dicono, ma non ho potuto controllare che lo stesso propagandista, non sia stato molto bene accolto questa mattina a Prato Carnico, da quelle sezioni anarchiche e comunista che deliziano la Val Pesarina.

Dopo la conferenza ia discussione si è sminuzzata in piccoli episodi, fra fascisti e i socialisti meno accesi, facendo apprezzamenti ciascuno secondo le proprie tendenze e pacificamente.

In conclusione una buona giornata per tutti i benpensanti.

(da La Patria del Friuli del 10 maggio 1921)